Ballottaggio Slovacchia: in calo Fico e i Socialdemocratici. Voto di protesta della minoranza ungherese.
Sabato 15 Marzo la Slovacchia ha affrontato il primo turno di votazioni per eleggere il suo prossimo Presidente della Repubblica: succederà a Ivan Gasparovic, eletto per la prima volta nel 2004 e riconfermato nel 2009.
Nonostante gli inviti dell’opposizione – ha lavorato per portare alle urne il maggior numero di votanti possibile in modo da non far conquistare ai Socialdemocratici le tre maggiori cariche dello Stato (hanno già un proprio esponente Premier e un altro a capo del Parlamento) – l’affluenza non ha risposto alle aspettative.
Poco meno di 2 milioni, il 43,4% degli aventi diritto, si sono recati alle urne determinando lo storico peggiore dal 1999, cioè da quando, nella piccola Repubblica indipendente dal 1993, il Capo dello Stato si elegge direttamente: nella Regione di Bratislava ha votato poco più del 50% della popolazione adulta, la più indisciplinata è quella di Kosice dove solo il 37,5% è andato al seggio.
Buone le percentuali, invece, tra quelli chiamati al voto per la prima volta.
Non ci sono stati clamorosi scoop per quanto riguarda i candidati con più consensi, quasi imprevedibilmente, però, un outsider prova a farsi spazio: Andrej Kiska, con solo il 4% in meno rispetto al premier uscente Robert Fico.
Il 28% raccolto dal leader del maggiore partito slovacco evidenzia un grave calo di consensi (all’ultima tornata elettorale del 2012 lo SMER aveva toccato quasi quota 45%) di cui potrebbe approfittare l’imprenditore, “sceso in campo” per la prima volta e benefattore delle famiglie con dei bambini in difficoltà, Kiska – con un buon 24% ha superato il resto dei candidati dove spiccava la giovane promessa del panorama slovacco, il candidato indipendente, Radoslav Procházka (41 anni) fermatosi al 21,2% – il 29 Marzo giorno del ballottaggio.
Delude anche l’attore ed ex leader della “rivoluzione di velluto” Knazko (si è fermato introno al 12%, anche se nella Regione di Bratislava ha superato di molto l’uomo che portò la Slovacchia nell’Euro nel 2009 cioè Fico)
Risultato atteso quello del candidato della Comunità Ungherese Gyula Bardos che incassa il 5,1% a livello nazionale ma ottiene un eccellente risultato nelle province di confine con l’Ungheria.
Sono solo 1884 i voti di Fico nel distretto di Dunajská Streda della regione di Trnava che con uno scarso 5,1% si è piazzato ben lontano dal candidato del gruppo SMK arrivato al 51,5% e 19146 voti. Sono ben 2 le province nel quale il partito filo-ungherese ha avuto la maggioranza assoluta. Se il referendum in Crimea dovesse diventare operativo con l’annessione di quest’ultima alla Russia potrebbero essere diverse le province in europa che cercheranno di fare lo stesso.
Ma tutti gli slovacchi sono stanchi dei problemi del paese e per niente soddisfatti dell’operato del governo di “Direzione-Socialdemocrazia” che, malgrado il calo dei consensi, ora potrebbe conquistare anche la carica più alta (anche se con pochi poteri sul mandato dell’esecutivo) diventando ancora più forte.
Anche Kiska, però, ha qualche scheletro nell’armadio: sull’elettorato ha fatto presa il suo linguaggio fuori dall’etichetta politica e anche un po’ populista, anche se qualche tempo fa fu al centro di un caso riguardante alcuni suoi investimenti in Repubblica Ceca.
Guglielmo Sano