Quotidiani tedeschi contro Renzi: provoca la Merkel con l’anti-rigore
Già dal primo mattino Matteo Renzi poteva toccare con mano tutta l’ostilità che si porta dietro per la visita di oggi con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Se in Italia, tutti o quasi, lo idolatrano e vedono in lui l’unica speranza di rinascita, in Germania la tensione è alta: come si permette questo “giovinetto” di presentarsi dalla nazione guida dell’Ue e pretendere lo sforo dei vincoli europei? E con quale credibilità? Da stamane molti quotidiani tedeschi si sono sbizzarriti.
“Renzi provoca la Merkel con l’anti-rigore” ha titolato il Welt: Renzi “vuol fare altri debiti e spingere fino ai limiti del trattato di Maastricht” finanziando “il suo programma congiunturale coi debiti” e questo significherebbe “una dichiarazione di guerra alla politica europea tedesca”. Il premier viene definito, dallo stesso quotidiano, come “deciso, spesso irriverente e anche temerario” e criticato perché “voler finanziare col deficit le promesse fatte agli italiani è manovra rischiosa” perché forse ci si dimentica che il rapporto debito/Pil italiano è al 133%.
Anche il Taggespiegel ha dedicato un bilaterale in mattinata al premier italiano. Titolo: “Cari saluti da Firenze”. Svolgimento: “Oltre alla maglietta autografata di Mario Gomez, altri regali potrebbero essere invece accolti con scetticismo” anche se “Renzi ha bisogno di un’accoglienza calda a Berlino”.
Infine, anche lo Spiegel online ci va già pesante: “Renzi, che con modi rudi ha preso il potere in Italia, spera in una licenza per fare debiti” ma poi fa un passo indietro: “Eppure ora nella sua visita di insediamento a Berlino potrebbe essere docile. Alla fine vuole vendere alla cancelliera Merkel una tesi spinosa: il suo Paese dovrebbe fare più debiti, e questo sarebbe un bene per l’Europa”.
Nei giorni scorsi Renzi, aveva semplicemente dichiarato che l’intento della sua visita era quello di “mostrare il percorso delle riforme” anche se sa benissimo che non ci crede nessuno. Farà questo ed altro. Batterà i pugni sul tavolo come si chiede da tempo agli ultimi premier italiani? Ha risposto per lui il ministro degli Interni, Alfano: “L’Italia è un grande Paese che sa esattamente quello che deve fare” e- conclude- “siamo un paese fondatore dell’Ue, e dunque un paese che deve contribuire a dare la linea”.
Giacomo Salvini