La Crimea, evidentemente, sta facendo scuola. Almeno a dare un’occhiata alla discutibile iniziativa del comitato indipendentista veneto plebiscito.eu, che ha lanciato online un referendum per trasformare il Veneto in una “Repubblica federale” indipendente dallo Stato italiano.
Le votazioni, completamente autogestite, sono iniziate ieri e si concluderanno il 21 marzo prossimo, attirando l’attenzione anche di alcuni media internazionali: la tv statale russa Vesti 24 ha trasmesso un servizio sul referendum, mentre la Bbc ha pubblicato un servizio sul proprio sito, paragonando il caso Veneto con quello del referendum che si terrà a settembre in Scozia.
Nonostante una consultazione di questo tipo, completamente autogestita, non possa avere alcuna valenza reale, sarebbe, se confermato, molto significativo il dato che il comitato referendario ha diffuso ieri: “Alle 18.30 di oggi (ieri, ndr) votato poco più di 430.000 veneti, oltre l’11,50% degli aventi diritto al voto“. I risultati sono facilmente prevedibili.
Punta di diamante dei “venetisti” è Alberto Morosin, fondatore e il leader di Indipendenza veneta, un indipendentista ma non leghista, come tiene a specificare lui stesso e come è messo nero su bianco in quello che è ormai il testo “ideologico” del Veneto indipendente, un libro serio e documentato che lo stesso Morosin ha intitolato semplicemente “Autodeterminazione”, una parola che associa immediatamente il caso veneto a quello scozzese e catalano.
In ogni caso il movimento indipendentista veneto è tutt’altro che slegato dalla Lega Nord, sempre molto forte in regione. Il Carroccio, infatti, riscoprendo il tema, ha mobilitato la sua rete territoriale per fare pressione sul consiglio regionale e, indirettamente, anche sulla giunta guidata da Luca Zaia.