Il candidato del centro sinistra alla Presidenza della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, assicura, qualora venisse eletto, la fine dei privilegi legati ai faraonici rimborsi elettorali per i membri di Palazzo Lascaris (sede del Consiglio Regionale Piemontese, ndr). Poi, addirittura, annuncia: “se non riesco a fare queste cose, al più presto, diciamo entro l’autunno, me ne vado, per dirla alla Renzi”.
L’ex sindaco di Torino, record man di suffragi nel 2006 (66,6%), sostiene come “non vi sia ragion per cui le persone che vanno al lavoro si pagano la benzina e i mezzi, ed i consiglieri regionali hanno, invece, i rimborsi”. Del resto la situazione degli eletti alla Regione è delicatissima: giusto due mesi fa era scoppiato lo scandalo delle ‘spese folli’ del Governatore uscente, il leghista Roberto Cota, e di un gran numero di Consiglieri. Per Chiamparino va riportata moralità ed etica ed un primo modo è l’abolizione dei fondi per i gruppi politici a disposizione dei singoli consiglieri. Dal palco de ‘La Fabbrica delle E’, Chiamparino tuona: “non ci possono essere candidati, a cominciare dal presidente, a chi è nel listino, fino a quelli delle diverse liste, che abbiano il rinvio a giudizio per qualsiasi tipo di reato, sia amministrativo che di altro genere (riferendosi alle indagini dei pubblici ministeri Enrica Gabetta, Giancarlo Avenati Bassi e l’aggiunto Andrea Beconi per le ‘spese folli’ di cui sopra).
Circa la composizione della coalizione che dovrà sorreggerlo, Chiampa afferma nettamente come non accetterà “nella mia coalizione liste come ‘Pensionati’, ‘Consumatori’, ‘Forza Toro’ o ‘Abbasso la Juve’ ”, coerentemente con la sua rielezione a sindaco nel 2006, quando fu sorretto solo dai partiti della coalizione nazionale. Infine il candidato alla Presidenza conclude: “credo che l’elettorato non lo catturi più con queste furbate. Anche perché il grosso dell’opinione pubblica guarda alla credibilità delle persone e alla serietà dei progetti politici. Io non lo farò, se gli altri lo faranno, vedremo nel corso della competizione elettorale. Non posso impedirlo, ma non mi possono impedire di criticare”.
Daniele Errera