Dopo un breve giro di prova, Giorgio Squinzi sembra essere sceso dalla Ferrari-Renzi (la metafora è del presidente di Confindustria). Infatti, il massimo rappresentante degli industriali italiani non ha apprezzato la decisione del nuovo governo di adempiere al pagamento della seconda tranche dei crediti accumulati dalla imprese nei confronti della Pubblica amministrazione soltanto entro settembre e non prima.
Le parole di Squinzi in merito alla nuova scadenza palesano una certa delusione: “Registro con delusione che sui pagamenti dei debiti della Pa dai 30 giorni inizialmente previsti dal governo si è già arrivati alla data di San Matteo, che si celebra a settembre – ha constatato il numero uno di viale dell’Astronomia –. Avrei preferito che il riferimento fatto dal premier per lo sblocco dei debiti non fosse san Matteo, che cade a metà settembre, ma san Giorgio che è il 23 di aprile, guerriero simbolo della lotta alla disoccupazione a al debito pubblico, i draghi dell’economia italiana”, ha poi aggiunto.
Mentre, sulla visita di Renzi a Berlino, Squinzi ha voluto precisare che la cancelliera Angela Merkel “è stata molto austera e asciutta nei nostri confronti, non ho avuto la sensazione che si sia parlato di meno rigore”, smentendo così un cambio di rotta in Europa da parte della Germania per ciò che riguarda l’ammorbidimento delle politiche di austerità. Ieri sera, alla cena finale nella capitale tedesca svoltasi a conclusione del bilaterale, era presente anche il presidente di Confindustria: “Si sono dette cose sia da parte nostra sia dei colleghi tedeschi in modo franco”, ha concluso Squinzi.