La raccolta firme organizzata da Il Giornale per sostenere la candidatura europea del Cavaliere, ha toccato quota 15 mila sottoscrizioni. Lo ha annunciato stamane proprio il giornale berlusconiano sul proprio portale online. E, come se non bastasse, in questi giorni si è aggiunta anche la battaglia portata avanti da Daniela Santanchè per chiedere a Napolitano la grazia del condannato. Ma non tutti sembrano gradire l’iniziativa. Secondo il Corriere della Sera di ieri, infatti, Berlusconi avrebbe riferito ai fedelissimi che la pitonessa non sarebbe stata autorizzata, “s’è appropriata di un’iniziativa che spettava ai club. Ma secondo voi io avrei affidato un appello a una persona che è apertamente ostile al presidente della Repubblica?”.
Intervistato dal Fatto, il direttore Sallusti ha dichiarato di non conoscere il parere del Cavaliere sulle due petizioni: “non ho parlato con Berlusconi, e non mi sbilancio a dire se sia entusiasta o infuriato”. Sulle diatribe e guerre fratricide all’interno del partito risponde: “non mi inoltro nelle beghe interne fra veleni e invidie” perché “Il Giornale è una famiglia e le nostre non sono logiche di segreteria politica, ma puramente editoriali: se i nostri lettori vogliono manifestare affetto, noi siamo obbligati a offrire un’occasione, a creare un modo, uno spazio”. Ed infine, arriva la spannung: “io devo soddisfare il mio editore: se non è contento e se pensa che io sia influenzato dalla Santanchè, può sempre mandarmi via”.
Le reazioni dal mondo politico, non si sono fatte certo aspettare. Puntuale come un orologio svizzero è giunto il monito quirinalizio: “vengono in questi giorni liberamente sollevate nel dibattito pubblico varie questioni sulle quali peraltro ogni decisione spetta costituzionalmente, com’è noto, al Presidente della Repubblica” che “non interviene né ad avvalorare né a smentire apprezzamenti, sollecitazioni o previsioni”. Risultato? Il Colle se ne lava le mani. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta intanto, attacca la vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding che ieri si era espressa molto chiaramente, chiudendo le porte ad una qualsiasi possibilità di candidatura per il Cavaliere: “Viviane Reding ha perso una grande occasione per stare zitta perché l’Europa della Commissione non ha competenza a questo riguardo. In Europa ci sono dei giudici”.
Giacomo Salvini