Il nuovo governo dello Yemen colpito da un attentato al suo arrivo ad Aden
Sabato 26 dicembre il nuovo governo dello Yemen ha prestato giuramento nella capitale saudita, Riyadh, davanti al presidente yemenita Abd-Rabbu Mansour Hadi.
Il nuovo esecutivo, guidato dal primo ministro Maeen Abdul Malik e annunciato il 18 dicembre da Hadi, vede la partecipazione di membri del gruppo separatista del Consiglio di Transizione del Sud e del partito islamista Islah, anche se i dicasteri più importanti rimangono nelle mani di ministri fedeli ad Hadi.
Il gabinetto è il risultato tardivo degli sforzi dell’Arabia Saudita di mediare un accordo tra le forze della coalizione anti-Houthi nello Yemen. I rappresentanti del Consiglio di Transizione del Sud e il governo di Hadi avevano infatti firmato un accordo a Riyadh nel novembre 2019 per lavorare alla creazione di un governo di unità nazionale, ma dopo varie vicissitudini i separatisti del Consiglio, supportati dagli Emirati Arabi Uniti, avevano dichiarato l’autogoverno nel sud dello Yemen lo scorso aprile.
Il percorso sembra, però, tutto in salita per il governo riconosciuto a livello internazionale. Quattro missili hanno infatti colpito mercoledì l’aeroporto di Aden (capitale de facto) proprio mentre il nuovo esecutivo stava sbarcando dall’aereo con una folla di giornalisti e operatori aeroportuali ad attenderlo. Al momento in cui questo articolo viene scritto il numero delle vittime è di 25, tra cui anche un sottosegretario del governo, e i feriti oltre 100, di cui un gran numero in gravi condizioni. Nella giornata di giovedì il governo di Hadi ha accusato i ribelli Houthi dell’attacco. Il primo ministro, Malik, lo ha definito un atto di codardia dicendo che lui e gli altri membri del governo rimarranno ad Aden. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffith, ha duramente condannato l’attentato e lo ha definito “un tragico promemoria dell’importanza di riportare con urgenza lo Yemen sulla via della pace”.
La formazione del nuovo governo è stata accolta con favore da buona parte della comunità internazionale, tra cui anche Turchia ed Unione Europea. Tuttavia, vi sono state forti critiche da parte di attiviste yemenite, ex ministri e parlamentari in carica per l’assenza di donne nell’esecutivo, fatto che non accadeva da 20 anni in Yemen.
L’accordo di unità arriva in un momento in cui gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno consolidato il proprio controllo sulla maggior parte del nord dello Yemen, ad eccezione della zona ricca di petrolio di Mareb. Questo accordo arriva a poche settimane dal giuramento del presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden, che ha promesso di porre fine al sostegno di Washington alla coalizione militare guidata dai sauditi.
La guerra in Yemen dura dal 2014, quando i ribelli Houthi presero la capitale Sanaa, provocando nel marzo 2015 l’intervento di Riyadh per ristabilire il governo rimosso
Secondo il Global Humanitarian Overview 2021, pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), il conflitto in Yemen ha finora causato la morte di 233.000 persone, di cui 131.000 per cause indirette come mancanza di cibo, servizi sanitari e infrastrutture.
All’inizio di dicembre, l’International Rescue Committee (IRC) ha affermato che lo Yemen è il paese più a rischio di una catastrofe umanitaria nel 2021, segnando il terzo anno consecutivo che la nazione devastata dalla guerra ha ottenuto il triste riconoscimento.