Il Pd sì è dichiarato contrario al programma di acquisto degli F35, perché ritenuto dai parlamentari Dem “incompatibile con le esigenze della nostra finanza pubblica”.
Questa posizione è stata assunta nella seduta di ieri della Commissione Difesa della Camera, convocata proprio per discutere dell’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma, approdata in questi giorni alla Camera.
Il Partito Democratico si scopre, dunque, nettamente contrario all’acquisito dei velivoli da guerra, comunemente chiamati F35. In particolare, il Capogruppo in Commissione, Gian Piero Scanu, ha evidenziato che “lo schema di accordo non garantisce ritorni industriali significativi”.
A fronte dell’occupazione che si genererà nello stabilimento di Carmeri non può considerarsi aggiuntiva rispetto a quella attualmente già impegnata nel settore aeronautico, ma solamente parziale. Inoltre, viene aggiunto dal documento PD, “tutte le stime dei costi non temgono conto dei costi dell’armamento del velivolo”.
Secondo il PD, dunque, “le tante criticità che segnano questo programma inducono a rinviare ogni attività contrattuale, in attesa che siano chiariti i molti limiti che gli stessi organismi statunitensi non mancano di sollevare formalmente. E comunque l’insieme di queste considerazioni milita nella direzione di un significativo ridimensionamento degli schemi di accordo con la Lockheed Martin sul programma F35″.
Il Movimento Cinque Stelle, da sempre contrario all’acquisto, dice che, invece, non ci sarà alcuno stop proveniente dal PD, perché, affermano i penta stellati, “Giorgio Napolitano è la vera sentinella del programma, mentre il Ministro della Difesa Pinotti è una mera esecutrice”. Ieri, intanto, di è riunito il Consiglio Supremo di Difesa, presieduto dal Capo dello Stato, che però non si è espresso sul retrofront esercitato dal Partito Democratico.
Annalisa Boccalon