Domani saranno pubblici i risultati del referendum indipendentista indetto in Veneto. Nonostante l’assenza di valore legale, la consultazione ha una forte valenza simbolica.
Un milione gli elettori attesi alle urne. Mentre gli indipendentisti più convinti parlano addirittura di “secessione dichiarata per domani alle 18”. Del resto in Veneto l’astio verso lo Stato e “Roma ladrona” è forte.
Secondo gli indipendentisti, il Veneto per lo Stato è una “vacca da mungere”, che però sta diventando “sempre meno grassa”, visti i risultati di Unioncamere che segnalano il ritorno del Pil regionale ai livelli del 2001.
Per gli organizzatori, la consultazione – alla quale è possibile votare sia online che nei gazebo allestiti nelle sette province – ha già registrato molti voti: a ieri si parlava del 35% degli aventi diritto. Il referendum cade in un momento altrettanto simbolico, vista la contemporaneità della consultazione in Crimea. Un elemento in più a sottolineatura del profondo malessere veneto.
Quali sono gli elettori più convinti? Un popolo vasto ed eterogeneo, tra leghisti fuoriusciti, delusi da Forza Italia e M5S e, ovviamente, “forconi”. Ma non solo. Per la creazione un fronte che rappresenta lo specchio di un popolo – quello del Nordest – che si considera “tartassato di tasse” e a cui lo Stato è chiamato a rispondere. D’altronde, come sottolineato a più riprese dagli stessi veneti, “la colpa non è degli organizzatori del referendum, ma dei governi nazionali che non danno risposte”.
Giuseppe Spadaro