Un cartello affisso all’entrata di una panetteria a Roma, poche parole scritte in stampatello con inchiostro rosso: “È severamente vietato l’ingresso agli zingari, anche davanti al negozio”. A raccontarlo è stata l’Associazione 21 luglio, un’organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti delle comunità rom e sinti in Italia.
Il cartello è stato affisso sulla porta d’ingresso di una panetteria nel quartiere Tuscolano. “Il cartello anti-rom è stato rimosso dall’esercente grazie all’intervento diretto di alcuni attivisti” scrive sul proprio sito l’Associazione 21 Luglio, che ha “inviato una lettera di diffida all’esercente, per scoraggiare, in futuro, il ripetersi di simili gesti”.
Per l’Associazione si tratta di una discriminazione pericolosamente simile a quella vissuta dagli ebrei nella Germania nazista e dalla gente di colore nel Sudafrica dell’apartheid: una somiglianza che l’associazione ha sottolineato mettendo il cartello affisso a Roma accanto a quelli della Germania nazista e del Sudafrica della segregazione razziale.
L’associazione ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della giornata mondiale contro il Razzismo che si celebra domani per esprimere “profonda preoccupazione per il livello di conflittualità e ostilità che si registra nei confronti delle comunità rom e sinti e per l’emergenza democratica e civile che attraversa il nostro Paese. Nel 1938 a Berlino, e in seguito in Germania e in molti territori occupati, prendeva il via la cosiddetta ‘campagna dei cartelli’. Davanti alle porte dei negozi si poteva leggere: ‘In questo locale gli ebrei non sono graditi’. A Roma ‘è severamente vietato l’ingresso agli Zingari’ come lo era a Berlino per gli ebrei e a Soweto per i neri? Oppure siamo forse così assuefatti a una certa terminologia da ritenerla innocua e non percepire più la gravità di alcune affermazioni?” si domanda l’Associazione 21 Luglio, convinta che l’ostilità crescente nei confronti di rom e sinti sia da attribuire alle “politiche discriminatorie e segregative che le istituzioni italiane attuano nei confronti di tali comunità, nonostante i ripetuti richiami delle autorità europee”.
Rom e Sinti “rappresenta in Italia la minoranza più discriminata e meno tutelata”, scrive l’Associazione 21 Luglio: “40.000 rom vivono in Italia in condizioni di povertà estrema e di segregazione spaziale e sociale. Circa 140 mila rom e sinti vivono invece in abitazioni convenzionali e conducono una vita di apparente normalità, se tale può chiamarsi un’esistenza in cui spesso è necessario, al di là del proprio status giuridico, nascondere la cultura di origine perché siano garantiti i diritti fondamentali”.