“Piccolo golpe” Colombia, il Presidente Santos estromette il sindaco di Bogotá
Lo scorso martedì la Corte interamericana dei diritti umani aveva stabilito che il licenziamento del sindaco di Bogotá, Gustavo Petro, violasse i suoi diritti e, pertanto, aveva invitato il governo colombiano a sospendere tale decisione. Tuttavia, il Presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha confermato la rimozione dall’incarico di Petro, sostituito (ad interim) dal ministro del Lavoro Rafael Pardo, dichiarando che non vi è stata alcuna violazione poiché allo stesso Petro era stata data l’opportunità di difendersi in sede processuale.
“Il governo della Colombia comprende l’importanza […] del sistema della Corte interamericana dei diritti umani. Si ritiene, tuttavia, che il ruolo di tale sistema sia complementare e alternativo, e dovrebbe essere applicato quando il sistema interno non funziona o quando vi è un errore”, così ha dichiarato Santos che ha aggiunto che il sistema giudiziario colombiano ha agito in modo “trasparente, efficiente e appropriato”. D’altra parte, Petro ha definito la decisione sia un vero e proprio “colpo di stato”, e ha aggiunto che le autorità istituzionali della Colombia non hanno “capacità morale o virtuale” per farlo.
Lo scorso dicembre, Petro era stato rimosso dal proprio incarico dopo essere stato giudicato come “non idoneo a ricoprire le cariche pubbliche per 15 anni”. Il suo licenziamento è legato alla presunta cattiva gestione del servizio di raccolta dei rifiuti nella capitale colombiana: l’accusa nei suoi riguardi era di cambiato l’appalto sulla gestione dei rifiuti in maniera irregolare e di aver regolato la posizione di oltre diecimila raccoglitori informali dei rifiuti.
Petro ha fatto ricorso in appello contro la decisione, affermando che fosse politicamente motivata ma, proprio lo scorso martedì la Corte Suprema de Justicia de Colombia ha respinto le vicende legali per la sua rimozione, affermando che la questione fosse nelle mani del Presidente colombiano. Petro ha sollecitato i suoi sostenitori di scendere in strada per protestare contro le autorità istituzionali della Colombia: così, decine di migliaia di persone hanno manifestato per le strade di Bogotá dopo la rimozione del suo incarico.
In un articolo pubblicato su La Jornada, l’analista Raúl Zibechi ha commentato così a proposito del licenziamento di Petro: “È un duro colpo al processo di pace […] e una dimostrazione del tipo di democrazia che impera nel Paese, una democrazia attraverso la quale le élite dominanti cercano di blindare i loro interessi di classe”.