L’annessione della Crimea alla Russia diventa sempre più concreta: giovedì era stata ratificata dalla Duma, la Camera Bassa, ancora prima era toccato alla Corte Costituzionale giudicarla regolare secondo i dettami della Costituzione russa, oggi, anche il Senato si è espresso favorevolmente in merito, votando all’unanimità la proposta.
Adesso basta la firma di Putin, sulla legge che prevede di inglobare il territorio di Sinferopoli nella federazione – ha già firmato un trattato con le alte cariche della regione – e l’adesione diverrà ufficiale.
Nel frattempo anche Kiev porta a compimento la prima parte dell’adesione all’Unione Europea che – impedita all’ultimo momento dal Presidente Yanukovich – ha determinato l’inizio delle proteste di Euromaidan e il “colpo di stato” che ne è conseguito.
La firma del premier Yatseniuk della parte politica dell’accordo di libera associazione, prevista per oggi, “simbolizza l’importanza delle relazioni con l’Ucraina e la volontà di andare oltre” ha detto il Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy.
Lo stesso Van Rompuy, da Bruxelles, ha dichiarato fermamente che “l’annessione della Crimea alla Russia è una chiara violazione della legislazione internazionale, non riconosceremo mai il referendum, non c’è posto per la forza e la coercizione nel cambiamento delle frontiere dell’Europa del XXI secolo”, per poi annunciare il congelamento dei beni e la restrizione dei visti per altri 12 russi (in totale sono 33 le personalità colpite dalle sanzioni varate al momento), Barroso assicura “sono personalità di spicco”, ma ancora non sono noti i nomi presenti nella blacklist.
Annullato, inoltre, anche l’incontro Russia-Ue del 3 Giugno a Sochi: se Putin non comincerà una de-escalation in Crimea si passerà alle sanzioni “di livello 3” (molte le “colombe” europee che vogliono tenere aperta la via del dialogo con Mosca, anche il Premier Renzi tra di loro).
Serghei Lavrov, ministro degli Esteri di Mosca, già ieri ha criticato le sanzioni proposte da Washington, oggi giudica ugualmente “illegali e illegittime” quelle provenienti dall’Europa che – pur facendo sicuramente meno paura di quelle americane: “per il momento non risponderemo” ha dichiarato Putin rispondendo a Obama – potrebbero creare delle “inutili barriere”.
Lavrov ha definito “fuori dalla realtà” la possibilità di inviare una delegazione di osservatori OSCE in Crimea, il Segretario della Nazioni Unite Ban Ki-Moon aveva fatto questa proposta durante l’incontro avvenuto ieri con i vertici del Cremlino.
Intanto – mentre Il premier russo, Dmitry Medvedev, chiede all’Ucraina di pagare 16 miliardi di dollari alla Russia per la cessazione dell’accordo sul gas con Mosca (per l’acquisto degli eurobond e per i debiti con Gazprom) – l’agenzia di rating Fitch ha abbassato l’outlook della Russia: da “stabile” è passato a “negativo” (lo stesso ha fatto giovedì sera Standard&Poor’s che lo ha fissato a ‘BBB’).
La revisione di Fitch tiene conto del potenziale impatto delle sanzioni economiche e del fatto che, dopo l’annessione della Crimea, potrebbero diventare più pesanti. Gli investitori stranieri a quel punto potrebbero ritirarsi dai mercati russi. Inoltre la crescita del Pil russo a dicembre si è fermata intorno all’1,3%.