Il “sultano” di Ankara, Recep Tayyip Erdogan, ha deciso di imporre il blocco a Twitter.
Il premier, da 12 anni al potere, con una legge sul controllo di internet, varata il mese scorso – secondo l’opposizione una “legge bavaglio” – aveva dato poteri straordinari alla società di telecomunicazioni turca Btk, che così ha potuto bloccare l’accesso al social network.
La celebre piattaforma di microblogging è stata spenta durante la notte, dopo che vi erano apparse delle intercettazioni telefoniche che vedevano protagonista proprio Erdogan (invischiato in uno scandalo di corruzione), “lo sradicheremo non importa quello che dirà la comunità internazionale è in pericolo la sicurezza nazionale” – così ha detto ieri a Bursa durante un comizio elettorale – “ora vedranno la forza della Turchia”.
La Turchia si prepara alle elezioni amministrative del 30 Marzo – potrebbero essere decisive per il futuro di Erdogan – e la campagna elettorale è dominata dalla “tangentopoli” sul Bosforo che coinvolge, oltre allo stesso premier, decine di suoi fedelissimi: Erdogan finora ha rimosso decine e decine di poliziotti e magistrati che si erano occupati delle indagini anti-corruzione.
Il leader dell’opposizione Kelicdaroglu denunciando la svolta autoritaria ha fotografato la situazione “è pronta una svolta autoritaria, Erdogan è diposto a tutto pur di conservarsi al potere, accusa gli ex alleati della fratellanza islamica di Fetullah Gullen di aver ordito un complotto contro di lui”.
Erdogan, tra l’altro, non è nuovo alle minacce nei confronti della libertà della rete: nei mesi scorsi voleva bloccare Facebook e Youtube, tenta di bloccare Twitter già dai tempi delle proteste di Piazza Taksim.
Anche se la Btk , da parte sua, dice di aver agito in base a pronunciamenti della Corte Suprema e dello stesso procuratore di Istanbul, è stato inevitabile lo scontro tra il premier Erdogan e il Presidente Abdullah Gul che ha definito “inaccettabile” la chiusura del social network che d’altra parte “non può durare a lungo grazie al progresso tecnologico”.
Infatti, il co-fondatore di Twitter Jack Dorsey, ha già reso noto agli oltre 10 milioni utenti turchi il modo per aggirare il blocco.
Guglielmo Sano