“Just an old sweet song, Keeps Georgia on my mind”, così cantava in una famosa canzone Ray Charles. E così come nella canzone, in questi giorni la Georgia è davvero nelle mente di tutti gli analisti e gli strateghi politici americani a causa dei due ballottaggi del 5 gennaio.
A circa due mesi dal voto la Georgia, uno stato tradizionalmente e storicamente Repubblicano, potrebbe consegnare alla politica statunitense un’altra, inaspettata sorpresa: l’elezione di due Senatori democratici.
Nelle elezioni di novembre, era opinioni di molti, i Democratici, oltre a vincere la presidenza (come è effettivamente avvenuto), avrebbero anche dovuto potenziare la loro maggioranza alla Camera e conquistato con grande probabilità il Senato. Come ben sappiamo però non è andata esattamente così. Alla vittoria di Joe Biden infatti non si è accompagnata un’altrettanta forte performance dei Democratici a livello congressuale, al punto che la maggioranza di Nancy Pelosi alla Camera è addirittura diminuita mentre i Repubblicani sono riusciti a difendere la maggior parte dei loro seggi in bilico al Senato grazie alle vittorie in Maine, North Carolina, Iowa e Montana.
Allo stato attuale quindi i Repubblicani controllano 50 dei 100 seggi al Senato, contro i 48 dei Democratici. Ed è esattamente per questo che i ballottaggi in Georgia assumono una importanza notevole, anche maggiore di quella che hanno storicamente mai avuto. Entrambi i seggi infatti sono attualmente rappresentati da Repubblicani che, nel caso non venissero confermati, porterebbero i due grandi partiti in parità alla camera alta; una parità che, come sappiamo, equivarrebbe ad una maggioranza Democratica in quanto a rompere il “tie” verrebbe chiamata la Vice Presidente Kamala Harris.
Il risultato della Georgia è quindi fondamentale per entrambi i partiti, i Democratici sperano in un upset in entrambi i seggi per conquistare quella maggioranza che gli è sfuggita in novembre mentre i Repubblicani vorrebbero mantenere quel vantaggio che gli consentirebbe di “controllare” il Governo di Joe Biden, a partire dalle nomine dei Ministri, e che costringerebbero lo stesso Presidente a governare al centro.
Ma quali sono per davvero le possibilità di vittoria per i candidati di entrambi i partiti?
Come detto la Georgia è uno stato tradizionalmente Repubblicano, che ha solo marginalmente votato per Joe Biden nelle elezioni Presidenziali. E’ rappresentata a livello federale da due Senatori Repubblicani, Kelly Loeffler e David Perdue, entrambi ricandidati, e da una maggioranza di deputati dello stesso partito. Sono Repubblicani anche il Governatore e il Segretario di Stato, nonchè le legislatura statale. Sulla carta quindi sembrerebbe che i Repubblicani partano avantaggiati, anche considerato che, storicamente, l’affluenza ai ballottaggi è inferiore e l’elettorato più “fidelizzato” è proprio quello del GOP.
Tuttavia, non è un calcolo così semplice come potrebbe sembrare. I candidati Repubblicani infatti sono entrambi abbastanza “deboli” e non estremamente popolari (è il caso in particolare della Loeffler, emersa vittoriosa da primarie repubblicane molto dure) e ad affrontarli sono due Democratici che invece sembrano godere in un notevole cross-over appeal.
Jon Ossoff è infatti un candidato molto popolare fra l’elettorato giovane, che è in crescita in Georgia così come in altre parti del paese mentre Raphael Warnock è niente di meno che il reverendo reggente della chiesa di Atlanta che fu del grande leader per i diritti civili Martin Luther King. Riusciranno Ossoff e Warnock a replicare la grande affluenza delle urne di novembre e ad emergere vittoriosi? Oppure l’assenza del già sconfitto Donald Trump sulle schede non motiverà abbastanza l’elettorato Democratico a votare?
Cosa dicono i sondaggi per i due ballottaggi in Georgia
Come avrete capito se siete arrivati a leggere fino a questo punto, sarà un ballottaggio molto incerto e che sarà deciso solo da una manciata di voti. Questa idea è confermata anche dai sondaggi che stanno arrivando in queste ultime ore. L’ultima media dei sondaggi calcolata e ponderata da FiveThirtyEight di Nate Silver vede i due democratici in leggerissimo vantaggio, statisticamente ininfluente.
In particolare i sondaggi dell’ultima settimana prima di Capodanno vedono però un vantaggio dei Democratici in tendenziale aumento con uno score stabilizzatosi sui 3-4 punti percentuali. Forse anche per questo motivo i Repubblicani hanno chiesto a Donald Trump, in questi ultimi giorni, di fare campagna in prima persona per i Senatori uscenti. Funzionerà?
Cosa guardare durante l’election night
I sondaggi sono però, come abbiamo imparato, molto imperfetti. Per quanto possano darci una tendenza, non riescono a identificare con precisione il momentum di un candidato.
Per questo motivo vogliamo fornirvi alcune linee guida su come “leggere” i risultati man mano che arriveranno durante la notte. Come capire, sondaggi a parte, se davvero i Democratici riusciranno a vincere i due seggi e, conseguentemente, anche la maggioranza al Senato grazie ai due ballottaggi in Georgia?
Controllare l’affluenza ai seggi
Se Ossoff e Warnock vogliono sperare in una vittoria, devono mantenere l’affluenza ai seggi alta. Un calo notevole dell’affluenza a livello statale non sarebbe positivo in quanto, tendenzialmente parlando, il loro elettorato di riferimento (giovani e afroamericani) tende ad essere anche un elettorato poco fidelizzato, a differenza di quello repubblicano. Controllate quindi quanta gente si reca ai seggi, e questo è un dato che dovremmo ricevere abbastanza presto durante la serata. L’affluenza totale durante le presidenziali si è fermata appena sotto i 5 milioni di voti.
Porre particolare attenzione alle contee di Fulton, Clayton e DeKalb
Ovvero le contee nei dintorni di Atlanta, dove risiede gran parte della popolazione afroamericana e dove sono “basati” entrambi i candidati Democratici. Sappiamo già che queste contee voteranno in maniera massiccia per i Democratici, ma a contare sarà il numero di voti assoluti. E’ qui infatti che Biden è riuscito a colmare il divario, e a superare, il vantaggio di cui godeva Donald Trump nelle contee più piccole dello stato. Riusciranno Warnock e Ossoff a fare lo stesso? Unico neo, sono contee grandi e che tendenzialmente contano i voti con maggiore lentezza rispetto alle altre. Non fatevi quindi ingannare se, come già avvenuto nelle elezioni presidenziali, i Repubblicani avranno un vantaggio anche consistente nelle prime ore della notte.
Fulton (518k voti, 72,6% Biden); Clayton (111k voti, 85% Biden), DeKalb (367k voti, 83,1% Biden)
Valutare i risultati in queste altre contee
Chatham – a parte le zone vicine ad Atlanta, è la zona vicina a Savannah che darà la maggior parte dei voti ai candidati democratici. Sia per Warnock che per Ossoff è importante mantenere il margine e l’affluenza qui (voti totali alle presidenziali: 130.000, DEM 58,7%)
Bibb, Richmond, Muscogee – vale lo stesso discorso fatto per Chatham. Sono le contee che fanno riferimento a Macon, Augusta e Columbus. Alle presidenziali i risultati sono stati: Bibb (80k voti, 61.4% DEM), Richmond (86k voti, 67,9% DEM), Muscogee (80k voti, 61,4% DEM).
Cobb e Gwinnet – contee suburbane nelle vicinanze della capitale Atlanta, sono storicamente Repubblicane ma si sono spostate sempre più a sinistra negli ultimi anni tanto da premiare ampiamente Joe Biden alle presidenziali. I Repubblicani qui devono limitare il più possibile le perdite. Come saranno qui i risultati rispetto a Novembre?
Cobb (387k voti, 56,3% Biden), Gwinnet (408k voti, 58,4% Biden)
Insomma, mentre le contee che terremo d’occhio manterranno quasi sicuramente il loro “colore” a fare la differenza tra un trionfo democratico e un successo repubblicano sarà quasi unicamente l’affluenza. Chi vincerà quindi i due ballottaggi in Georgia in programma il 5 gennaio?