Il Decreto Poletti di riforma del lavoro è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore da domani. Con il DL viene sostanzialmente cancellata la riforma Fornero, con la possibilità di firmare contratti a termine fissando fine del rapporto senza specificarne la causa e aprendo alla possibilità di sostituire apprendisti vecchi con altri nuovi.
Sono proprio questi due punti nevralgici ad aver suscitato la reazione negativa da parte dei sindacati e di alcuni economisti. Tra essi anche l’ex viceministro dell’Economia nell’esecutivo Letta, cioè Stefano Fassina.
L’esponente del PD, intervenendo ai microfoni di SkyTg24, ha dato un giudizio fortemente critico in merito al decreto sul lavoro, definendolo addirittura “peggiore dell’eventualità di abolire l’articolo 18“, anche perchè “perlomeno in quel caso si tratterebbe di un contratto a tempo indeterminato, pur se interrompibile in qualsiasi momento”, con chiaro riferimento alla proposta di riforma avanzata da anni dall’ex compagno di partito Pietro Ichino, con cui Fassina si è spesso battuto per indirizzare l’orientamento di politica economica del Partito Democratico.
Per Fassina il dl Poletti rappresenta una vera e propria “regressione del mercato del lavoro”, aumentando fortemente la precarietà. Per questi motivi l’ex viceministro ha chiesto modifiche urgenti e profonde, “altrimenti il decreto, per quanto mi riguarda, non è votabile“.
Gabriele Maestri