Dario Franceschini, ministro per i beni culturali, torna su un tema spesso dibattuto: la cultura tra pubblico e privato. “Dobbiamo aprire ai privati. Sia nella forma del mecenatismo sia in quella della sponsorizzazione. Prendiamo Ercolano, che è a pochi chilometri da Pompei. La convenzione con la Packard ha creato un modello di integrazione pubblico privato che ha avuto un grande successo. Sto lavorando perchè diventi una convenzione tipo”.
Dario Franceschini in un’intervista afferma: “Individueremo venti siti, piccoli, medi e grandi e chiederò a venti aziende, italiane e straniere, di farsene carico con un atto di liberalità, secondo le linee sperimentate dalla convenzione Ercolano. Non credo proprio che rifiuteranno”.
Quanto poi alla situazione di Pompei, il titolare di via del Collegio Romano spiega: “A Pompei vengono al pettine nodi irrisolti da decenni. Il mio predecessore Bray ha fatto due nomine che condivido: il generale Nistri e il sovrintendente Osanna. Vedremo di spendere bene i fondi europei, sapendo che su Pompei sono puntati i riflettori di tutto il mondo, con il rischio anche di esagerazioni: l’altro giorno è stato scoperto il cedimento di un tetto di calcestruzzo costruito negli anni ’80, e pure questo rischia di diventare uno scandalo”.
Per quanto riguarda il turismo, Franceschini aggiunge infine che “digitalizzeremo l’offerta: l’80 per cento delle prenotazioni si fa online; siamo in grave ritardo. Lavoreremo di più con la Cina, l’India, il Brasile e gli altri Paesi emergenti”. E riporteremo al governo e a un Enit riformato la promozione da fare all’estero, cambiando il titolo V. Affidarla alle Regioni è stato un errore”. Infine, Franceschini parla anche della recente esperienza dell’infarto: “Mi ha fatto scoprire ciò che conta davvero”.