I cellulari sono cancerogeni; l’associazione dei consumatori pronta a far causa al governo
Presentata ieri da tre legali di Torino una causa al TAR del Lazio ai danni del ministero della Salute per non aver informato adeguatamente e correttamente l’utenza sui rischi che comporta l’uso prolungato del cellulare. L’esposizione prolungata, infatti, aumenta la probabilità di contrare un tumore alla testa di oltre il 40%.
Era tempo che se ne parlava, ma da ieri non c’è più ombra di dubbio: le radiazioni dei cellulari sono infatti causa della genesi di masse tumorali nella testa, una verità questa che sarebbe stata confermata dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, secondo la quale tutti coloro che hanno parlato al telefono per oltre 1640 ore in questi ultimi anni, hanno allora una probabilità di contrarre un tumore nella testa di oltre il 40%.
Dato l’allarme, per la medesima ragione nella giornata di ieri, 20 marzo 2014, tre avvocati di Torino Renato Ambrosio, Stefano Bertone e Chiara Gribaudo, dello studio legale Ambrosio e Commodo, a nome della Apple, dell’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog, e di Innocente Marcolini ( anch’egli tra i firmatari del ricorso, ex dirigente d’azienda che passava almeno cinque o sei ore al giorno al cellulare, diventato noto alle cronache perché vinse in Cassazione contro l’Inail nel 2012 la prima causa in Italia che stabilì un nesso tra il tumore alla testa e l’uso del telefono cellulare) hanno presentato al TAR del Lazio una causa nei confronti del ministero della Salute di Beatrice Lorenzin, reo secondo i legali di non informare adeguatamente la comunità.
Così infatti dichiara ieri per la stampa Stefano Bertone, uno dei tre legali protagonisti dell’iniziativa contro il governo:” Nonostante la sentenza della Cassazione, e nonostante la divulgazione, nel 2011, da parte dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della Sanità, del fatto che le radiazioni a radiofrequenza emesse dai telefoni mobili siano un agente possibile cancerogeno per l’uomo, il governo non ha mai avviato una campagna di prevenzione. Abbiamo scritto al ministero, sollecitandolo. La risposta è’ stata che avrebbe agito nei limiti delle risorse disponibili. Come se la salute fosse subordinata a tipi di risorse. E di fatto, nessuna campagna e’ mai partita». A questo Laura Masiero, presidente in carica di Apple in Italia, ha voluto aggiungere: «Il ministero della Salute a parte una risibile paginetta su internet, si è sempre rifiutato di provvedere, nonostante le autorità internazionali più volte abbiano invitato a fare informazione».
D’altronde anche i più distratti avranno fatto caso che da qualche anno a questa parte stanno circolando, sopratutto sulla rete, notizie poco confortanti sull’utilizzo dei cellulari, tant’è che già 2 anni fa le cronache riportano di un caso sospetto che si sarebbe verificato a quel tempo in Basilicata, ad un cittadino che per l’appunto avrebbe contratto il tumore alla testa proprio a causa del prolungato utilizzo del telefonino, una notizia questa riportata in quei giorni dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Nel 2011 l’Organizzazione Mondiale della salute pubblicò inoltre una raccomandazione ufficiale con su scritte quali fossero le misure di protezione da adottare nell’utilizzo degli apparecchi telefonici: tenere il telefono lontano dalla testa, usare auricolari o vivavoce, non tenerlo sotto il cuscino o vicino a sé di notte, limitare la durata delle chiamate.
E il rapporto firmato ieri dai tre avvocati dello studio Ambrosio di Torino non fa che confermare dati sul rischio che comporta l’uso del cellulare, anzi a ben vedere viene scritto nero su bianco che il rischio di incidenza di neurinomi acustici nel lato della testa dove è utilizzato il cellulare è più che raddoppiato da circa 10 anni. Inoltre, visto la frenesia dei nostri tempi che ci obbligano alla reperibilità assoluta e costante, un medico mi darebbe ragione, anche l’uso dei telefonini è in pratica triplicato , anche per effetto delle numerose applicazioni informatiche e tecnologiche che fanno oggi degli apparecchi telefonici oggetti polivalenti, multifunzioni, quasi universali. Per la stessa ragione i tre legali che hanno presentato il ricorso al TAR del Lazio, chiedono ora di inibire ai gestori ed operatori la diffusione delle offerte pubblicitarie, quelle che lanciano il più classico dei minutaggi infiniti, minuti illimitati verso tutti, oltre che rendere per legge obbligatorio alle stesse l‘invio di SMS che informino l’utenza dei rischi che comporta l’uso prolungato del cellulare, nonché incentivare l’acquisto e l’utilizzo di apparecchiature telefoniche che facciano uso del ‘viva voce’ e del wi-fi.
Le compagnie, richiede nello specifico l’esposto, dovranno avvisare con un sms gli utenti quando verrà superata la soglia massima di durata oltre la quale il rischio di ammalarsi di cancro diventa più alto. «È da notare che oltre all’aumento del rischio di gliomi celebrali e neurinomi acustici, certificato dalla Iarc nel 2011 e suggerito da studi scientifici e governi nazionali, l’uso prolungato e abituale nel tempo dei telefoni mobili è causa dell’aumento del rischio di altri tipologie di tumore alla testa proprio nelle aree più direttamente interessate alla esposizione di radiazioni emesse durante il funzionamento: meningiomi celebrali, cancri alle ghiandole salivari, melanomi all ‘uvea oculare e tumori all epifisie ala tiroide», concludono gli avvocati. E’ probabile che da oggi, nei prossimi giorni e settimane, lo studio legale sarà oggetto di decine di cause civili di persone che si sono ammalate a causa dell’uso eccessivo e scorretto del telefonino.