Dalla pagina del suo profilo Facebook, Gianni Cuperlo lancia la proposta di una convenzione della sinistra PD a Roma per il 12 aprile.
L’esponente democratico sottolinea come la sua iniziativa non debba essere immaginata come una nuova ripartenza, concetto a suo avviso abusato dal partito, ma come una giornata in cui ragionare oltre i confini dei gruppi e delle correnti per costruire un capitolo nuovo della sinistra italiana, immaginando una nuova organizzazione in armonia con il futuro dell’Italia e della nuova storia d’Europa.
Cuperlo pur non aspettandosi che dopo un periodo traumatico all’interno del PD potesse profilarsi così rapidamente un passaggio che vede Renzi alla guida dell’esecutivo, riconosce la vittoria dell’ex sindaco fiorentino al congresso e annuncia il suo pieno sostegno e appoggio all’esecutivo.
A fronte delle grandi scommesse dell’attuale governo del PD infatti, l’ex sifdante di Renzi alle primarie, sostiene la necessità di appoggiare con lealtà il lavoro dell’esecutivo, mantenendo tuttavia la necessaria autonomia per correggere le cose che non vanno, come ad esempio il primo decreto sul lavoro.
A tal proposito la convenzione dovrebbe essere funzionale al bisogno di una sinistra rifondata, ripensata e rinnovata per meglio sostenere il cambiamento che attraverso le riforme politiche, costituzionali economiche e sociali si sta attuando.
Cuperlo sostiene la necessità di creare una comunità fra la gente comune, dentro i circoli e i movimenti, una “terra di mezzo fra potere e vita”, elemento indispensabile per avere un partito che sia qualcosa di più dei singoli governi e degli stessi segretari, destinati inevitabilmente a mutare con il passare del tempo.
Il bisogno di un nuovo modello di partito a suo avviso si pone ora in maniera più pressante considerando che la riduzione dei finanziamenti ai partiti e la perdita di importanza di molte sedi sembra indicare come unica strada un sistema partitico improntato sul leader.
Cuperlo a tal proposito, dopo aver manifestato apprezzamento per la decisione di Renzi di stroncare l’idea di porre il nome sul simbolo del PD, avverte del pericolo insito nell’identificare il PD con le istituzioni, specialmente nell’ipotesi in cui dovesse tornare all’opposizione senza una comunità e un’idea chiara di governo.
La sinistra nella nuova stagione che si è aperta deve essere ambiziosa e nello stesso tempo umile, parola che il deputato democratico preferisce al termine sobrietà che ha ispirato la visione politica degli ultimi anni.
Riccardo Bravin