Il premier turco Erdogan, fa saper una nota del suo ufficio, ha messo al bando Twitter perché, la piattaforma di microblogging, è stata “faziosa” e non ha impedito la “sistematica diffamazione del governo, facendo circolare delle intercettazioni acquisite illegalmente e falsificate”, “crediamo – prosegue la nota – che questo comportamento danneggi il marchio e dia un’immagine sbagliata del nostro paese”.
Tuttavia, il presidente Abdullah Gul, rassicura la popolazione turca: “il blocco sarà presto eliminato” in quanto “è una cosa spiacevole per un paese sviluppato come la Turchia, un importante attore regionale, anche perché siamo impegnati nei negoziati con l’Ue”.
In molti fanno notare, però, il doppio-gioco di Gul che, da una parte, è il miglior alleato di Erdogan, non avendo mai opposto resistenza a tutte le leggi proposte dal “sultano” (compresa quella sulle restrizioni alla rete da cui il blocco di Twitter trae origine), dall’altra aspetta di conoscere i risultati delle elezioni comunali del 30 Marzo in modo da, nel caso le cose di mettessero male per il premier, scaricare agilmente Erdogan (a provare tale lettura molti fanno notare come il tweet di denuncia del blocco sia arrivato molte ore dopo il blocco stesso, gli utenti già avevano trovato il modo di agirarlo con l’aiuto dei fondatori di Twitter e di connessioni VPN e DNS).
Intanto montano nuove clamorose indiscrezioni: oltre alle telefonate intercettate riguardanti la Tangentopoli turca, nelle quali Erdogan chiede al figlio di nascondere un’ingente somma di denaro, sarebbe sul punto di circolare un video hard con protagonista la bella ex miss turca Dafne Samyeli e, appunto, il premier.
Non bastassero questi problemi, nel pomeriggio, un aereo siriano è stato abbattuto dalla contraerea turca.
Erdogan ha dichiarato che “chi sconfina, riceve uno schiaffo”: già a Settembre le forze turche al confine con la Siria avevano abbattuto un jet impegnato contro i ribelli.
Dal 2012, prima la Turchia era un alleato della Siria, ogni aereo siriano che si avvicina al confine viene ritenuto un “obiettivo legittimo”.
L’abbattimento di oggi è avvenuto nell’area di Kassab, nel nord della provincia di Latakia, vicino al confine con la Turchia, dove negli ultimi giorni ribelli jihadisti hanno lanciato un’offensiva contro le forze lealiste. Il pilota si è salvato lanciandosi con il paracadute.
Un portavoce dell’esercito di Damasco riferisce che le forze armate di Ankara hanno abbattuto il velivolo in una “aggressione militare ingiustificata e senza precedenti” e che “l’aereo è stato colpito nello spazio aereo siriano”.
Guglielmo Sano