Un’altra base conquistata dai militari russi in Crimea, la terza nel giro di 48 ore: si tratta dell’installazione navale di Feodosia, nella Crimea orientale, situata a circa 110 chilometri a Est della capitale Sinferopoli.
Il portavoce dell’esercito ucraino nella regione, Vladislav Seleznyov, ha precisato alla BBC che l’assalto è cominciato alle 4.30 di questa mattina: i russi hanno attaccato da due opposte direzioni utilizzando elicotteri e blindati leggeri e con l’ausilio di granate assordanti ed armi automatiche.
Sembra che tra i 60 e gli 80 militari ucraini siano stati catturati, sempre la BBC ha confermato che sono stati portati via dalla base a bordo di tre camion con le mani e i piedi legati, ma sembra che qualcuno sia ancora all’interno, sotto interrogatorio.
Nelle ore successive alla conquista di Feodosia, il Presidente ucraino Turcinov, ha ordinato il ritiro delle truppe dalla Crimea, durante un discorso tenuto di fronte al Parlamento, in seguito alle minacce e alle pressioni ricevute dai militari e dalle loro famiglie.
Intanto un gruppo di uomini armati a bordo di lance veloci ha tentato di abbordare il dragamine Charkassi, una delle due unità navali di Kiev che continuano a battere bandiera ucraina nelle acque del lago crimeo di Donuzlav, bloccato dalle truppe russe. “La nave ucraina ha fatto manovre per eludere (l’assalto) ed è riuscito ad evitare l’abbordaggio”, si legge sulla pagina Facebook del portavoce del ministero della Difesa ucraino in Crimea, Vladislav Seleznyov, che ha dato la notizia.
Insieme al Konstantin Olshanski, un’enorme nave da sbarco, il Cherkassi è l’ultima grande nave ucraina che ha ignorato gli ordini di resa dei militari russi nelle acque del lago Donuzlav; ma dal lago non possono uscire in mare aperto perchè i russi hanno affondato due loro imbarcazioni per chiudere questa via di fuga.
Il ministero della Difesa ucraino, Tenyuk, ha ordinato di resistere fino alla fine al Konstanti’n Olshanski, del quale non si sa più nulla da domenica sera: l’unità navale si era messa domenica in allerta di combattimento dopo che era stata avvicinata da lance russe.
Il ministero della Difesa russo ha, comunque, reso noto che 189, tra basi e unità militari, sono definitivamente passate sotto il controllo di Mosca.
Si prepara una nuova settimana di tensione tra Occidente e Russia: il comando militare della NATO ha valutato che, l’esercito russo, in questo momento sarebbe capace di avanzare fino alla Transinistria, regione autonoma della Moldavia, che non ha mai nascosto la sua volontà di entrare a far parte della federazione di Putin.
Naturalmente se dovesse accadere, le truppe di Mosca, passerebbero dall’Est dell’Ucraina, attraverso quelle regioni, anch’esse a maggioranza russa, che da molto prima del referendum crimeano del 21 Marzo vorrebbero essere annesse da Mosca.
Il vice-ministro della Difesa di Mosca, Anatoli Antonov, ha risposto al generale a capo delle forze NATO in Europa, Philip Breedlove, che il numero delle truppe russe al confine con l’Ucraina rispetta i trattati internazionali.
In questo contesto è arrivata ai governi dell’Est europeo una proposta schock dal vice-presidente della Duma russa: Vladimir Zhirinovski, in una lettere indirizzata al governo polacco, ha proposto la spartizione dell’Ucraina tra Varsavia e Mosca.
Lo riferisce il sito eturbonews.com, secondo il quale la missiva del deputato nazionalista propone di valutare l’ipotesi di un referendum in Ucraina perché le regioni di Volyn, Lviv, Ivano-Frankivsk, Ternopil e Rivne si uniscano alla Polonia. Netto il rifiuto da parte polacca. “E’ semplicemente oltraggioso pensare che la Polonia voglia partecipare alla spartizione di un Paese amico e cambiare le sue frontiere”, ha risposto un collaboratore del presidente polacco, responsabile per gli affari umanitari.
Il portavoce del ministero degli Esteri polacco, Marcin Wojciechowski , ha confermato l’arrivo della lettera, ma ha aggiunto che nessuno l’ha presa “seriamente” in considerazione. Secondo la televisione polacca TVP, analoghi suggerimenti da parte russa sono arrivati anche ad Ungheria e Romania per annettersi Transcarpazia e regione di Chernivtsi. A questo punto solo la zona centrale dell’Ucraina, compresa Kiev, rimarrebbe indipendente.
La situazione ucraina verrà discussa dal G7, oggi pomeriggio, riunito a L’Aja per il terzo vertice sulla sicurezza nucleare.
Putin non parteciperà, sarà sostituito dal ministro degli Esteri Lavrov che si incontrerà col Segretario di Stato americano John Kerry.
Obama, arrivato in mattinata in Olanda, ricordando il “sostegno” di America e Europa al governo di Kiev, ha dichiarato che “le sanzioni di Usa e Ue avranno un impatto sull’economia russa” d’altronde “hanno funzionato con l’Iran”.
Anche Matteo Renzi, presente al vertice insieme al ministro Mogherini, incontrerà Obama per la prima volta in qualità di Presidente del Consiglio.
Guglielmo Sano