Il governo esegue. E’ questo il concetto su cui verte la conversazione del Ministro Giuliano Poletti presso Agorà (Rai3): “la concertazione di Renzi credo che non esista. E’ nostra intenzione confrontarci e dialogare, ma alla fine il governo decide, si prende le sue responsabilità e i cittadini lo giudicano per quello che fa”.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali afferma come “bisogni discutere, ascoltarsi, confrontarsi. Io faccio il Ministro del Lavoro, quindi con le parti sociali mi incontro tutte le volte che è utile, ma la cosa che deve essere chiara è che quando è l’ora di decidere, io il ministro, e quindi il governo, decide e viene giudicato dai cittadini”. La mediazione è sacrosanta ma, per riprendere le parole di Renzi al Tg1, il Governo lavora per le famiglie ed “il cambiamento è un problema che riguarda tutti. Se si vuole stare nella partita bisogna aver voglia di cambiare”.
Sul Decreto Lavoro Poletti sostiene il dialogo con le Commissioni e col Parlamento. E “se qualcuno pensa di stravolgere quello che abbiamo fatto, ci opporremo con tutte le forze”, minaccia. Ma la discussione riguarda sempre l’aspro confronto di queste ore: Camusso – Renzi. Ieri il premier aveva indicato l’asse Cgil-Confindustria come una “strana coppia”. Risponde solo quest’oggi la successore di Guglielmo Epifani alla guida dello storico sindacato di sinistra: “posizioni come quella di Renzi, che riducono le forme di partecipazione indeboliscono la democrazia. Sempre. Non è un giudizio su questa fase, ma un’affermazione di scuola”. Per Camusso ”cancellare la rappresentanza è un errore ed espone a rischi”. E conclude: “scavalcare le parti sociali è una mossa conservatrice”.