Cesare Prandelli sarà il C.T. della nazionale italiana fino all’europeo di Francia del 2016. Un segnale forte, quello dato dalla FIGC, che delinea una chiara linea politica in controtendenza nell’Italia del calcio: the show must go on, Il progetto deve continuare, senza considerare il risultato al mondiale brasiliano di quest’estate.
Sarebbe stato molto conveniente, per Prandelli, concludere l’esperienza sulla panchina azzurra senza assumersi le responsabilità di un passaggio di consegne che, sicuramente, richiederà coraggio e sperimentazione. Un passaggio di consegne praticamente obbligatorio: Pirlo, Buffon, Barzagli, Thiago Motta e Gilardino potrebbero non avere più la benzina per vestire la maglia azzurra durante gli Europei del 2016 e Prandelli si troverà a gestire una nazionale work in progress col rischio di rimanere ancorato ai vecchi nomi. Tanto di cappello quindi al C.T. di Orzinuovi che, ancora una volta, dovrà avere la forza di operare esclusioni eccellenti e, allo stesso tempo, di raggiungere risultati più che positivi.
Uno dei reparti che, probabilmente, darà più problemi al C.T. è quello in cui, per anni, c’è stata sempre certezza: il portiere. Il capitano Buffon è ancora uno dei migliori al mondo, ma in queste ultime stagioni ha dimostrato di non poter più garantire quella continuità necessaria. Tutto starà nelle mani, anzi nei guantoni, di Sirigu: o riuscirà a convincere Prandelli oppure sarà destinato ad una carriera di eterno secondo in nazionale. Spingono, infatti, molti giovani rampanti come Perin, in ballottaggio con Marchetti per il ruolo di terzo portiere al mondiale, Leali, Bardi, Cragno e Scuffet.
In mezzo alla difesa ci sono pochi dubbi anche in ottica Euro 2016: Bonucci e Chiellini saranno sicuri protagonisti. I vari Ogbonni, Ranocchia, Astori e Paletta non sono ancora riusciti a sfondare e sembra sia necessario attendere la generazione dei Prestia, Ceccherini, Rugani, Romagnoli e Camporese per vedere un po’ di ricambio. Totalmente differente la situazione sugli esterni: Maggio, Abate, Balzaretti e Pasqual non saranno eterni e, per ora, l’unico terzino giovane è De Sciglio. Dare, fin da subito, spazio a giovani come Santon, Donati, Caldirola e Regini sarà una priorità di Prandelli.
In mezzo al campo ci saranno ancora dei mostri sacri come De Rossi, Marchisio ed il pupillo di Prandelli, Montolivo. I tifosi azzurri aspettano ancora la definitiva consacrazione di Verratti e Poli e monitorano da vicini i progressi di Bertolacci, Benassi e Bonaventura; senza dimenticare gente come Parolo ovviamente. Tutto sommato la situazione a centrocampo sembra tranquilla, anche se di Pirlo ne nasce uno ogni secolo.
L’attacco azzurro non è mai stato, storicamente, uno dei più gettonati ma ci sono tutte le carte in regola perché possa iniziare a sfornare gioielli mondiali. Si è parlato, negli ultimi giorni, di una possibile convocazione di Totti e Cassano per i mondiali, ma ce n’è veramente bisogno? I due talenti italiani saranno ultratrentenni nel 2016 e, di giovani scalpitanti e maturi ce ne sono a sufficienza. Considerando anche Rossi, El Shaarawy, da ritrovare assolutamente, Cerci ed Osvaldo, l’Italia può vantare gente come Immobile, 16 reti in Serie A, Insigne, Destro, Soriano, Longo, Gabbiadini e, dulcis in fundo, Berardi.
Insomma, a Prandelli la gravosa responsabilità di prendere per mano la nazionale durante un momento così delicato. In bocca al lupo Cesare.
P.S. non so se si è notato, ma ho accuratamente escluso Balotelli dalla lista.