Il destino della SPD passa per le mani di Olaf Scholz

Pubblicato il 9 Gennaio 2021 alle 11:20 Autore: Ferdinando Alfieri

Il 2021 sarà un anno cruciale per la Germania. Il 26 settembre, gli elettori saranno chiamati al voto per le elezioni nazionali. Una tornata elettorale che, salvo clamorosi colpi di scena, metterà fine al lunghissimo cancellierato di Angela Merkel (CDU).

Le incognite intorno a questa elezione sono moltissime. Tuttavia, una delle principali riguarda certamente la SPD (Partito dei socialdemocratici tedeschi), attuale azionista di minoranza del governo di Große Koalition con la CDU/CSU (Unione dei cristiano democratici tedeschi).

Con un’emorragia di consensi che dura ormai da diversi anni, il destino della SPD passa soprattutto per le mani di un uomo: Olaf Scholz.

SPD

Chi è Olaf Scholz

62 anni, attuale vicecancelliere e ministro delle finanze, lo scorso 10 agosto 2020 Olaf Scholz è stato ufficialmente nominato candidato della SPD alla Cancelleria.

La sua carriera politica inizia nel 1975 nella Jusos, l’organizzazione giovanile della SPD. Negli anni precedenti alla caduta del muro, scala le gerarchie dell’associazione, rifacendosi a un orientamento marxista molto marcato.
Dopo il 1989, entrato definitivamente nella SPD, inizia a farsi conoscere nel distretto di Amburgo, città al quale la sua carriera rimarrà sempre legata.

Nel 2002 diventa segretario della SPD, sostenuto dall’allora cancelliere socialista Gerhard Schröder. Nel 2007, subentra a Martin Schulz come Ministro del lavoro nel primo governo Merkel, rimanendo in carica fino al 2009.

Per due anni, fino al 2011, la sua stella politica sembra in discesa. Molti ne iniziano a pronosticare una lenta ma inesorabile caduta. Invece, Scholz diventa sindaco di Amburgo, rimanendo in carica fino al 2018. Grazie ai buoni risultati ottenuti nella città anseatica, riesce a rilanciare la sua carriera politica, entrando nel governo Merkel IV in qualità di ministro delle finanze.

 

Olaf Scholz - Merkel

Olaf Scholz con la cancelliera Angela Merkel

Il candidato (im)perfetto

Il quotidiano amburghese Handelsblatt ha scritto di Scholz che pochi politici hanno un’immagine dai contorni così definiti come la sua. Questo vale sia per i suoi punti forti che quelli deboli.

Da un lato, Scholz si è costruito la fama di essere un politico affidabile, in grado di imporre le sue idee e la sua agenda, un maestro del compromesso. Una qualità quest’ultima, è utile ricordarlo, ritenuta fondamentale per ogni aspirante Cancelliere in Germania. Inoltre, viene considerato un abile calcolatore, in grado di pensare velocemente e di reagire con determinazione agli imprevisti.

Dall’altro lato, l’attuale Vicecancelliere è considerato un pessimo comunicatore, non in grado di ispirare gli elettori al di fuori della sua base, a tratti saccente e pignolo nelle discussioni. Inoltre, la sua eccessiva sicurezza gli farebbe perdere di vista le sue debolezze. Un parere condiviso da diversi analisti dalle parti di Berlino.

Quel che è certo, è che non si può mai dare nulla per scontato quando si parla di Scholz. Sempre l’Handelsblatt ha scritto che l’aspetto più sorprendente è uno: Scholz è ancora lì, nonostante la sua fine sia stata pronosticata più volte. L’ultima volta nel dicembre 2019, quando era stato battuto nella corsa alla segreteria nazionale del partito.

Il programma elettorale di Olaf Scholz

Come inevitabile, il programma elettorale di Scholz e della SPD per le elezioni di settembre sarà dominato dalla reazione alla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19.

Scholz ha dichiarato più volte ai media tedeschi che la pandemia di Covid-19 rimette al centro del dibattito, in primo luogo, i temi di natura sociale. A un evento ufficiale del partito, nello scorso dicembre, l’attuale ministro delle finanze ha dichiarato che “Bisognerà lottare per ottenere maggiore rispetto nella società”. E ancora: “Tutti i lavoratori devono poter contare su una cosa: che il lavoro sarà in cima alle priorità del prossimo governo”.

Se diventasse Cancelliere, Scholz ha promesso di battersi per l’introduzione di un salario minimo orario di 12 euro. Inoltre, ritiene fondamentale che si torni a investire sui giovani, a partire da un salario minimo anche per i tirocinanti impegnati nei programmi di apprendistato.

Altro tema centrale, che potrebbe rappresentare un punto di convergenza con i Verdi, è quello della lotta ai cambiamenti climatici. La SPD si impegna ad attuare riforme più stringenti fin da subito.

Altro tema caro a Scholz, sin dai tempi del suo impegno politico ad Amburgo, è quello del prezzo degli alloggi. Costruire nuovi appartamenti e introdurre politiche di sostenibilità economica per gli affitti sarà una delle principali sfide lanciate dalla SPD nel programma elettorale.

Cosa dicono i sondaggi: la rincorsa della SPD

Tuttavia, Scholz deve fare i conti con i sondaggi e soprattutto con l’emorragia di consensi che il partito vive da diversi anni a questa parte. Alle elezioni del 2017, la SPD raggiunse il 20,5%. All’epoca, il risultato peggiore dal dopoguerra. Dopo quella tornata le cose non solo non si sono messe meglio, ma sono addirittura peggiorate.

Secondo un sondaggio di Yougov del 6 gennaio, la SPD si aggira intorno al 15%. Altri istituti demoscopici rilevano dati simili, e in tutti i casi mai superiori al 17%.

La crisi della SPD è aggravata dall’afflusso di voti verso due competitor. Da un lato, la sinistra radicale die Linke, che mantiene una percentuale del 9% in linea con le elezioni del 2017. Dall’altro, i Verdi, che apparentemente drena la maggior parte dei suoi voti proprio dalla SPD.

Infatti, i Verdi sembrano riuscire ad attirare un elettorato variegato, che prima votava soprattutto per la SPD. Se per certi versi i due partiti hanno alcune convergenze tematiche, che ne potrebbero favorire un’eventuale alleanza, è altrettanto vero che sembra difficile che la SPD riesca a riconquistare gli elettori perduti in pochi mesi.

L’ultima speranza

In un’elezione che si preannuncia tra le più imprevedibili di sempre, Scholz ha una sola speranza. Una speranza che, paradossalmente, risiede proprio nei suoi competitor a sinistra. Qualora SPD, Verdi e die Linke ottenessero insieme il 50% dei consensi, potrebbero aprirsi degli spiragli per una coalizione di governo che la stampa tedesca ha già battezzato rot-rot-grün (rosso-rosso-verde, dai colori dei tre partiti).

In questo scenario, ad oggi del tutto ipotetico, Scholz potrebbe far valere la sua lunga esperienza e il suo peso politico, a livello nazionale e internazionale. D’altronde, come rilevato in un sondaggio dall’istituto Kantar lo scorso agosto, Scholz è considerato dall’elettorato tedesco come il secondo politico più adeguato a ricoprire la carica di Cancelliere.

Sarà sufficiente per ottenere la cancelleria?