Continua il nostro viaggio nello spogliatoio del Verona Calcio Femminile. Dopo l’intervista a Melania Gabbiadini, oggi parliamo un po’ con Stephanie Ohrstrom. La svedese, a cui è affidata la porta della formazione veneta, nasce nel 1987 ed inizia a giocare per la squadra del Jitex nel 2010. Dopo aver trascorso un’annata nella formazione di Gothenburg, arriva alla corte del Bardolino nel 2011 dove mette in mostra tutta la propria abilità. Nonostante sia già stata convocata nella nazionale svedese, sta ancora sognando l’esordio internazionale.
Lei è arrivata in Italia da poco, cosa le piace in particolar modo del nostro Paese? Mi piace molto l’ambiente e la mentalità molto aperta, mi trovo molto bene. Anche come calciatrice: c’è molta voglia di far crescere il calcio femminile italiano e spero di poter contribuire a questo processo di crescita.
Immagino ci siano molte differenze fra il calcio femminile italiano e quello svedese, quali sono le principali? Sicuramente, in Svezia, il calcio femminile è più sviluppato, ha più spazio. Il solo fatto che ci sia un campionato professionistico è un indicatore del livello di sviluppo. Inoltre in Svezia il calcio femminile ha più visibilità mediatica: ad esempio è possibile vedere le partite in diretta in TV.
Sotto il profilo del gioco l’Italia è ancora molto indietro? Il gioco svedese è molto più fisico e meglio organizzato. In Italia ci sono dei buoni presupposti per arrivare ad alti livelli che possono essere raggiunti solo con tempo, pazienza e lavoro.
Si è mai sentita discriminata in quanto calciatrice? Discriminata direi di no, anche se in Italia c’è poca considerazione del lavoro che facciamo quotidianamente per migliorare. Ci vorrebbe più visibilità e più pubblico. Ma il pubblico giusto…
Cosa intende per pubblico “giusto”? Non si deve puntare al pubblico che segue il calcio maschile perché bisogna sempre considerare il motivo per cui uno va allo stadio. Ci vuole il pubblico volenteroso di venire a vedere il calcio femminile, non il pubblico che usa il calcio come pretesto.
Nota tanta differenza fra la tifoseria italiana e quella svedese? Sicuramente in Svezia non ci sono tanti litigi come qua in Italia; capisco che in Italia ci possa essere più passione, ma la passione va anche controllata.
Nel 2015 ci sarà il Mondiale in Canada, qual è l’obiettivo della nazionale svedese? Abbiamo già iniziato a lavorare per trovare il modulo giusto per affrontare il Mondiale e siamo speranzose. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere un posto in finale e, magari, di vincere.