Finalmente anche nel confronto anno su anno si vede il segno più in un indicatore economico, e non solo mese su mese. Si parla del livello di fatturato e ordinativi delle imprese. I dati corretti dagli effetti del calendario vedono un +3% annuale nel fatturato, che però sono la media di un aumento del 1,1% del fatturato interno e del 6,7% di quello estero.
Un aumento vi è stato anche a livello congiunturale del+1,2% tra gennaio e dicembre e dello 0,9% anche tra il trimestre novembre 2013 – gennaio 2014 e agosto-ottobre 2013.
Vediamo l’andamento del fatturato dal gennaio 2012 mese per mese:
E’ impressionante la divaricazione tra l’andamento interno ed estero. Ponendo il 2010=100, il fatturato interno passa da 98 a 92,5, anche se è ora in ripresa dopo aver toccato il minimo a 89,6 nel marzo 2013. Quello estero invece va dal 109,5 di gennaio 2012 al 119 di gennaio 2013, quindi la differenza tra fatturato interno ed estero passa da circa 8 punti a 26,5!
La media comunque torna a quota 100 riavvicinandosi ai livello di 2 anni prima.
Un andamento analogo ma meno pronunciato lo hanno gli ordinativi:
Qui la ripresa è più lieve e i livelli hanno degli alti e dei bassi, in ogni caso la media si riavvicina a 100 ma ancora siamo sotto i valori del 2010. La differenza tra ordinativi interni ed esteri va da 13 punti di gennaio 2012 a 27 di gennaio 2014.
Se da un lato deve confortare il fatto che per sfuggire alla depressione dei consumi interni sempre più imprese hanno saputo trovare sbocchi nei mercati europei e mondiali, dall’altro questi andamenti denotano una grande disuguaglianza, visto che le imprese più orientate all’export non sono distribuite in modo omogenero sul territorio nazionale, ma sono concentrate soprattutto al Nord, specie in Lombardia, regione che ormai ricava un 40% del fatturato dall’export, mentre il Sud arranca.
A proposito di differenziazioni, osserviamo l’andamento del fatturato in base ai settori:
E’ interessante notare che i settori più dinamici, quelli che stanno avendo la ripresa maggiore, sono proprio quelli che più sono orientati all’export, ovvero i beni strumentali e quelli intermedi, che vengono destinati all’esportazione in modo crescente soprattutto dal Nord Italia.