Quando l’arte incontra i sensi: le installazioni di Cildo Meireles all’Hangar Bicocca di Milano.
Il rumore di vetri rotti che si sbriciolano sotto i piedi, l’odore di enormi ossa bovine accatastate in una vasca, il sapore salato e dolce di due cubetti di ghiaccio, il peso di decine di sfere apparentemente identiche, la visione di un mare composto di 17 mila libri con immagini di acqua: nessuno dei i cinque sensi umani può dirsi inappagato durante la visita alla mostra “Installations” di Cildo Meireles, dal 27 marzo al 20 luglio all’Hangar Bicocca di Milano. “Non una retrospettiva, ma una antologia”, come ci tiene a precisare l’artista, che in collaborazione con il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofìa di Madrid e con il Museu de Arte Contemporânea de Serralves presenta per la prima volta in Italia una sua personale con pezzi che risalgono al 1969.
Nell’oscura immensità di Hangar Bicocca si succedono infatti undici installazioni di grandi dimensioni e una scultura: si inizia proprio con “Babel”, una torre di radio sintonizzate su canali diversi a formare una cacofonia che diventa musica solo quando lo spettatore si avvicina alla singola cassa, per approdare alle installazioni. La prima è “Atravès”, recinto di vetri rotti su cui lo spettatore cammina imbattendosi in barriere, sbarre e tralicci, da cui si raggiunge “Eureka/Blindhotland”, campo di sfere apparentemente identiche ma in realtà di pesi diversi.
Più critiche “Olvido”, una fontana recintata di migliaia di candele bianche nella cui vasca zampillano dollari americani su un letto di ossa bovine, e “Amerikkka”, un pavimento di 22 mila uova di legno sovrastato da 55 mila proiettili che incombono sullo spettatore. Assai più romantiche sono invece “Abajur”, composto da un grande dispositivo luminoso che, azionato a braccio da tre giovani, ruota mostrando le immagini di un antico veliero che solca il mare, e l’evocativo “Marulho”, una stanza azzurra con un pontile al centro che sovrasta un mare composto di 17 mila libri con immagini del mare, che chiude la mostra.
L’esposizione rientra nel progetto di rilancio di Hangar Bicocca che, iniziato nel 2012, ha portato nello spazio milanese più di 400mila visitatori, con un forte incremento della presenza internazionale, oltre 8mila bambini e 3500 studenti.