Helmut Schmidt, uno dei padri della SPD oltre che vera e propria icona “morale” tedesca (i sondaggi rivelano che è ancora molto apprezzato dai suoi concittadini), ha rilasciato un’intervista al settimanale di cui è editore, il Die Zeit, esprimendo una posizione, sull’Europa, la Russia, l’Ucraina e la Crimea, che farà discutere.
L’ex cancelliere tedesco, ha trattato alla pari con tutti i leader mondiali durante la “guerra fredda” (il suo cancellierato è durato dal 1974 al 1982, dopo fece spazio a Helmut Kohl) segnando la storia degli anni del dopo seconda guerra mondiale (contribuì alla costruzione dell’Europa Unita e del G5, inaugurò l’asse franco-tedesco e rilanciò la politica di riavvicinamento verso la Germania dell’Est, alle crisi economiche degli anni ’70 rifiutò sempre di rispondere con tagli alla spesa sociale).
“Il comportamento di Putin è comprensibile. La situazione è pericolosa perché il nervosismo dell’Occidente crea nervosismo anche in Russia. La maggior parte dei conflitti – pensate alla Prima Guerra Mondiale – non furono programmati” va dritto al punto Schmidt, se gli chiedete di esprimere una posizione sull’atteggiamento Euroamericano nei confronti della Russia.
Si rivela ancora più diretto se gli chiedete “l’annessione della Crimea non viola il diritto internazionale?”: “ho i miei dubbi. Il diritto internazionale è molto importante, ma è stato violato molte volte. Per esempio l’ingerenza nella guerra civile in Libia: l’Occidente ha ben ecceduto il mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Lo sviluppo storico della Crimea è più importante del diritto internazionale”.
Fino agli anni ‘90 – ha aggiunto Schmidt – nessuno aveva dubbi sul fatto che Ucraina e Crimea appartenessero alla Russia, “tra gli storici è ancora molto dibattuta la questione dell’esistenza di una nazione ucraina”, tra l’altro anche se fosse una violazione del diritto internazionale, appunto, l’annessione russa della Crimea sarebbe comunque “una violazione contro uno Stato che, provvisoriamente, attraverso la rivoluzione di Maidan, non esisteva e non era capace di funzionare”.
“Al Consiglio di Sicurezza dell’ONU mi sarei astenuto come i cinesi” perché, spiega Schmidt, “trovo comprensibile il comportamento di Putin, non vorrei parlare di legittimità, questa situazione non si può giudicare unicamente col metro del diritto”.
Ma se Putin volesse continuare la sua “avanzata” verso l’Est dell’Ucraina? “Mi rifiuto di condurre speculazioni – così ha risposto Schmidt – lo ritengo possibile, ma penso che sarebbe un errore da parte dell’Occidente comportarsi pensando che un simile sviluppo sia l’inevitabile prossimo passo russo. Ciò potrebbe aumentare l’appetito di Mosca”.
Allora c’è la possibilità di uno scontro armato tra Occidente e Russia? “È pensabile. Non è né necessario, né inevitabile. Al momento il pericolo è piccolo, ma non è nullo”.
La Germania dovrebbe attuare una politica “cauta” nei confronti della Russia – questo il pensiero dell’ex cancelliere – soprattutto perché le sanzioni decise da USA e UE “sono una stupidaggine. Specialmente il divieto di viaggio in Occidente per alte personalità della leadership russa. E sanzioni economiche colpirebbero l’Occidente come i russi”.
La Russia, però, sta iniziando a fare il conto con le misure punitive attuate nei suoi confronti: il deflusso di capitali, nel 2014, potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari con un calo degli investimenti dell’1,3%. Per il governo di Mosca “la gente non è pronta a prendere decisioni sugli investimenti, in quanto considera i rischi inaccettabili e la situazione incomprensibile”.
Dunque Mosca ha annunciato che creerà un proprio sistema di pagamento elettronico, sul modello di Giappone e Cina. Nei giorni scorsi Visa e Masterbank avevano interrotto le operazioni per i clienti di alcune banche russe colpite dalle sanzioni americane. Il primo ministro Dmitri Medvedev ha, inoltre, ordinato alla compagnia del gas russa Gazprom d’inserire nel suo programma d’investimenti di quest’anno anche la Crimea.
Guglielmo Sano