L’annuncio di Renzi: “Da lunedì riforma del Senato, stop ad ultimatum sul lavoro”
La direzione Pd ha approvato a larga maggioranza (93 sì e , 8 astenuti e 12 contrari) la relazione di Matteo Renzi che annuncia i prossimi passaggi parlamentari. Durante la Direzione il premier ha anche illustrato le prossime mosse dell’esecutivo: “Il governo approverà lunedì in consiglio dei ministri il ddl costituzionale sulla riforma del Senato e Titolo V”. Novità anche per la segreteria che sarà coordinata da due vicesegretari, Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani.
L’iter dell’Italicum – Renzi spiega i tempi dell’Italicum: “Sarà approvato al Senato dopo il via libera alla riforma del bicameralismo. Il testo è modificato rispetto all’origine con modifiche positive ma in alcuni casi non sufficienti. È importante il punto che per noi fare una legge con altri è un valore e per modificarla bisogna fare uno sforzo insieme. I tempi devono essere certi, è una questione di credibilità”.
Renzi sul lavoro: “No ad ultimatum” – Il premier ha toccato poi il tema del lavoro che ha creato più di una frizione dentro il partito con minacce di non voto da parte dell’ala che fa capo a Stefano Fassina: “Leggo discussioni e ultimatum sul lavoro, che capisco poco. Non è una parte a piacere, il pacchetto sta insieme” replica il premier a chi, tra i dem, chiede modifiche al dl lavoro. Taglieremo “il cuneo fiscale non con un’operazione in burocratese puro ma tagliando a quelli che dicono meno abbienti ma che prendono 1300 euro e una volta erano ceto medio. È un pezzo di popolazione cui cerchiamo di restituire un po’ di fiato”. Su contratti a termine e apprendistato: “Sono due punti intoccabili della nostra proposta. Non sono due temi a piacere”.
Spending Review e Grillo – Renzi non recede nemmeno sulla spending review che: “La discussione sulla spending review non può essere quella vista in questi giorni: non è taglia qui, togli là, è il tentativo di ripensare il sistema amministrativo”. Non manca una staffilata contro Grillo e il M5S: “M5s è in difficoltà, è in ricorsa rispetto a noi perché insegue sui temi su cui prima aveva una primazia e ora non più. Loro parlano e noi risolviamo”.
Europee e nomine segreteria – “Ci sarà una direzione del Pd, tra il 7 e il 13 aprile, meglio se il 7 o l’8 per approvare le liste per le europee” ha annunciato Renzi durante la direzione. Per la campagna elettorale per le europee il Pd adotterà un “claim opposto a “ce lo chiede l’Europa” ha aggiunto.Per rinverdire la segreteria il premier ha nominatato due vicesegretari: Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani. “La questione della segreteria non può vedere una mancanza di ambizione, la presenza di due vicesegretari, è una funzione di garanzia, non di polemica interna” ha spiegato il premier. “Se le componenti del Pd hanno voglia di confrontarsi noi siamo pronti da subito, non vogliamo mettere steccati, ma non vogliamo venire meno a impegni presi sul modello partito”. La scelta di Guerini e Serracchiani è dunque “una scelta di garanzia. Io non presento qui l’ipotesi di segreteria nuova che vogliamo perché se le componenti della minoranza sono disponibili a parlare di compartecipazione noi ci siamo, altrimenti aspettiamo. Ma intanto Lorenzo e Deborah lavoreranno”.