La nomina del nuovo rettore dell’Università del Bosforo scatena la rabbia degli studenti
La nomina di Melih Bulu come nuovo rettore dell’Università del Bosforo ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli studenti turchi. Centinaia di manifestanti sono scesi in strada per contestare contro quello che considerano un tentativo di limitare la libertà accademica. Melih Bulu è ritenuto un uomo molto vicino al Presidente Erdoğan; il neo-rettore dell’Università del Bosforo ha infatti partecipato come candidato del partito governativo AKP alle elezioni politiche del 2015.
Dal 2016 Recep Tayyip Erdoğan ha il potere di nominare i rettori delle università turche, tuttavia poche nomine hanno suscitato reazioni come quella di Melih Bulu. I manifestanti contestano a Bulu di non essere stato membro dello staff accademico dell’Università e richiedono di tornare al precedente sistema di nomina del rettore tramite elezioni. Il sistema in vigore prima del 2016 non era scevro da critiche. I candidati e i risultati delle elezioni erano infatti sotto lo stretto controllo del Consiglio di Educazione Superiore, organo responsabile della supervisione delle università turche.
L’Università del Bosforo, fondata nel 1863 come American Robert College, è stata la prima università americana al di fuori dagli Stati Uniti. È considerata una delle più prestigiose università nel paese ed è tradizionalmente associata a movimenti di sinistra. Nel passato i suoi studenti hanno spesso dato vita a manifestazioni, tra cui quelle del 2018 contro l’intervento militare turco nel nord della Siria.
Gli scontri e le accuse di Erdoğan
Le proteste sono iniziate lunedì scorso e sono anche sfociate in scontri con la polizia. Le forze di sicurezza hanno fatto uso di lacrimogeni e idranti per respingere i tentativi di entrata nell’Università. La polizia ha arrestato decine di persone, accusate di aver violato il divieto di manifestazione imposto mercoledì dal governatore di Istanbul.
Sia Erdoğan che Devlet Bahçeli, a capo del partito ultra-nazionalista MHP, hanno sostenuto che tra i manifestanti si nascondono terroristi e separatisti. Bahçeli ha inoltre dichiarato che è in atto un tentativo di replicare le proteste del 2013.