“Nel momento in cui si vuole, opportunamente, valorizzare la Camera dei deputati come l’unica, vera arena della politica, vi è il rischio che la ponderazione, la competenza, la consapevolezza degli effetti di lungo periodo dei provvedimenti, la conoscenza della dimensione europea e internazionale, vengano a soffrirne”, ma “il Senato, con un’ opportuna composizione e assegnazione di compiti, può fornire alla respirazione di una buona politica un polmone essenziale, distinto e complementare a quello della Camera”. Lo scrive Mario Monti in una lettera al Corriere della Sera in cui parla di una “bozza di disegno di legge costituzionale, predisposta con Renato Balduzzi e con l’apporto di Linda Lanzillotta”. “Si tratta di vedere nel nuovo Senato un’istituzione necessaria per fare funzionare al meglio la nuova architettura complessiva. Nel nostro progetto – spiega Monti – si cerca di realizzare questa missione attraverso un Senato composto non solo da rappresentanti delle autonomie territoriali, ma anche da esponenti delle autonomie funzionali e sociali. Un modo per avvalersi anche di quanto la società civile può dare al Paese”.
“Un’altra esigenza è quella di rafforzare il controllo indipendente sull’operato del governo”, prosegue l’ex premier. “Un Senato che non è più legato al governo dal rapporto fiduciario può meglio esprimere questo controllo, su terreni e con modalità che il nostro progetto prevede in dettaglio”. “Un’ultima esigenza è quella di fare sì che l’Italia, intesa non solo come Stato ma anche come autonomie territoriali che oggi cercano spesso nell’Unione Europea un protagonismo disarticolato e di solito inefficace, sia più coerente, articolata ma coesa, incisiva sull’asse autonomie territoriali-Stato-Ue, sempre più importante nella governance a livelli molteplici. Il Senato – conclude Monti – forte della rappresentanza strutturata di quelle autonomie, potrà dare un grande contributo”.