Romano Prodi torna a parlare della situazione politica italiana. Per l’ex premier “può darsi che il Pd abbia ancora la febbre, ma è l’unico partito vivo che c’è in Italia. Tutti gli altri sono crollati, e non esistono più forme minime di democrazia e di rappresentanza”. Prodi sottolinea: “il nuovo governo ha obiettivamente aperto una speranza, e tutti dobbiamo crederci. Renzi ha un vantaggio: è la grande aspettativa di rinnovamento che c’è nella società italiana. Non deve deluderla”. Il premier, continua l’ex presidente della Commissione Ue, “può sfruttare quel misto di angosce e di speranza che attraversano l’Italia. Deve fare in fretta, ma deve soprattutto fare bene”.
Prodi si sofferma anche sulla battaglia di Renzi in Europa: “noi dobbiamo onorare i nostri impegni, compreso il Fiscal Compact. Ma dobbiamo pretendere dall’Europa politiche che ci consentano di rispettarli facendo ripartire l’economia. Non possiamo accettare che ci si leghino le gambe, e poi ci si chieda anche di correre”. “Se oggi, per rispettare il ‘tetto magico’ del 3%, ci preoccupiamo solo di comprimere il deficit e non di far crescere il Pil, ci suicidiamo”.
L’ex presidente Prodi riflette anche sulla diffusione nell’Unione del virus anti-europeista: “Solo la Germania ne è immune, perché la Merkel ha difeso soprattutto gli interessi tedeschi ed è diventata la padrona d’Europa”. E sull’uscita dalla moneta unica dice: “questo è un Paese senza memoria. Usciamo dall’euro, facciamo come l’Argentina: follie. Dal giorno dopo avremo Btp svalutati del 40%, tassi di interesse al 30%, Stato al collasso, banche fallite, dazi contro le nostri merci”.
Quanto ai provvedimenti del governo, riflette anche sul lavoro: il problema per gli imprenditori non è l’articolo 18, “ma semmai una contrattazione più legata alle aziende e ai territori e una maggiore disponibilità su orari, turni, mansioni, gestione dei magazzini”. E sulla scelta di tagliare l’Irpef sottolinea: “Renzi fa bene a concentrare tutti i benefici sui lavoratori”. Infine si chiama fuori dalla corsa alla presidenza della Repubblica: “nella vita ci sono tante gare, e per quanto mi riguarda quella del Quirinale è finita. Mi creda: the game is over”.