Addio a Gerardo D’Ambrosio, magistrato di Mani Pulite e senatore
Una vita al servizio della giustizia. Si è spento all’età di 83 Gerardo D’Ambrosio, ex Procuratore aggiunto del Tribunale di Milano durante gli anni dello scandalo di Tangentopoli. Dal 2006 era diventato Senatore con i Democratici di Sinistra, quindi rieletto nel 2008 con il Partito Democratico. “Ciao Gerardo, meno male che c’eri tu ai tempi di Mani Pulite”, questo il ricordo via twitter di Antonio Di Pietro.
Gerardo D’Ambrosio, da Nola a Milano – D’Ambrosio, dopo essersi laureato a pieni voti in Giurisprudenza a Napoli, comincia la sua carriera in magistratura presso il Tribunale di Nola. In Campania rimane poco, visto che viene subito trasferito prima a Voghera, infine a Milano, che diventerà la sua casa. Divenuto Giudice Istruttore Penale alla fine degli anni Sessanta, D’Ambrosio ha condotto prima l’istruttoria relativa alla strage di Piazza Fontana, quindi nel 1975 una delle sue più contestate sentenze, quella sulla misteriosa morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra della Questura milanese. Per D’Ambrosio si trattò di “malore attivo”, assolvendo il commissario Calabresi e le altre forze dell’ordine presenti quella sera del 15 dicembre del 1969. Qualche anno più tardi D’Ambrosio dichiarerà che, dopo quell’assoluzione, in tanti lo accusarono di essere fascista.
Gerardo D’Ambrosio, gli anni novanta e la politica – Il magistrato di Santa Maria a Vico si occupò anche dello scandalo del Banco Ambrosiano, ma è a partire dagli anni Novanta che il suo nome è diventato famoso. Assieme al pool di Mani Pulite, D’Ambrosio diviene tra i protagonisti degli anni di Tangentopoli, quando l’intera classe politica italiana venne coinvolta nel più grosso scandalo della storia repubblicana. Quando arrivò il momento di abbandonare la toga, nel 2002, pronunciò una celebre frase, “combatterò ancora per risolvere i problemi della giustizia”, annunciando di voler entrare nel difficile mondo della politica. Da Senatore prima dei DS, quindi del PD, D’Ambrosio contestò nel 2006 un provvedimento di indulto grazie al quale, secondo l’ex magistrato, ci sarebbero state molte più scarcerazioni. “Immenso rimpianto per le straordinarie qualità professionali e umane” : così il Tribunale di Milano ricorda D’Ambrosio, i cui funerali verranno celebrati martedì, dopo che il feretro dell’ex magistrato verrà esposto nell’atrio del Palazzo di Giustizia.