Argentina, sarà Massa l’uomo della provvidenza?
Durante la scorsa settimana Sergio Massa, uno dei possibili candidati alle prossime elezioni presidenziali in Argentina, che si svolgeranno nel 2015, si è recato negli Stati Uniti presentando le proprie credenziali agli esponenti del settore pubblico e privato. Durante la sua visita negli Stati Uniti, Massa ha mostrato di essere già pronto per la sfida presidenziale e, come da lui stesso aggiunto, un ciclo politico sta terminando in Argentina, e nel 2015 potrebbe emergerne uno nuovo.
L’obiettivo è dimostrare di essere l’uomo adatto a traghettare l’Argentina, e magari l’America Latina, verso una nuova fase politico-economica. Tuttavia, Massa non è (ancora) stato nominato come il candidato ufficiale dal Frente Renovador, ovvero la forza politica che contrasta l’attuale governo. Eppure, proprio durante l’amministrazione della “presidenta” Cristina Fernández de Kirchner, Massa è stato capo del governo fra il 2008 e il 2009. Dopo aver ottenuto una vittoria schiacciante nella provincia di Buenos Aires in occasione delle elezioni dello scorso ottobre, è definitivamente emerso sul panorama politico nazionale come l’uomo della provvidenza del Paese sudamericano.
Chiunque governerà dovrà essere in grado di aumentare l’attendibilità dell’Argentina nei mercati globali e di riconquistare la fiducia degli investitori. “L’Argentina deve risolvere il problema dell’inflazione”, così ha dichiarato Massa a New York davanti a un pubblico in gran parte composto di investitori e rappresentanti di banche. Inoltre, egli ha aggiunto che è fondamentale che cambi la politica monetaria del Paese e che sia garantita l’autonomia e l’indipendenza del Banco Central de la República Argentina.
Dati i guai economici del Paese e, soprattutto, le conseguenze della politica adottata a tal proposito dall’attuale amministrazione, Massa potrebbe guadagnare un concreto consenso popolare per essere presto il futuro presidente dell’Argentina. Va precisato, però, che sono molti i problemi da affrontare oltre a quelli economici, come la criminalità organizzata, la sicurezza e il traffico di droga. Insomma, la posta in gioco è molto alta e il popolo argentino sta già contando i giorni che restano allo svolgimento delle prossime elezioni presidenziali.