L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) ha raggiunto un nuovo record: +0,4% su base annua, non accadeva dall’ottobre 2009. L’ha fatto sapere l’Istat, che ha anche registrato l’aumento dell’indice di un punto percentuale rispetto al mese scorso. Secondo l’istituto nazionale di statistica, “il rallentamento dell’inflazione è imputabile alla flessione su base annua dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e degli alimentari non lavorati e – continua il comunicato – all’ulteriore attenuazione delle dinamiche inflazionistiche rilevate per quasi tutte le rimanenti tipologie di beni e servizi”.
Il lieve rialzo dell’inflazione di 0,1% su base mensile è dovuto agli aumenti nel settore dei trasporti (+0,6%), dei servizi ricreativi, culturali e della cura della persona (+0,3%), così come nei servizi relativi all’abitazione (+0,3%). Ma al netto dei soli beni energetici, l’inflazione di fondo – nel mese di marzo – scende allo 0,8%. Inoltre, l’Istat fa sapere che, rispetto a un anno fa, “i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,4% – era -0,1% nel mese precedente – e il tasso di crescita dei prezzi e dei servizi scende all’1,0%, dall’1,2% di febbraio”.
Mentre “i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto – ricorda l’istituto di via Balbo – diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente e crescono dello 0,4% nei confronti di marzo 2013”. In evidenza il calo dei prezzi dei tabacchi allo 0,5%, in termini congiunturali e tendenziali. Il trend non era così favorevole dal gennaio 2002.