Gerry Scotti, uno dei volti più amati della televisione italiana, prende carta e penna e scrive a Matteo Renzi. Il presentatore non chiede al Premier di partecipare ad uno dei suoi celebri giochi, anche perché Renzi è uno che di fortuna ne ha parecchia ( nel 1994 il premier vinse 48 milioni di Lire alla Ruota della Fortuna ). “Toglimi il vitalizio da ex parlamentare”, è questo che chiede Scotti.
ON. SCOTTI – Era il lontano 1987 quando un giovane Virginio Scotti varcava, emozionatissimo, il portone di Montecitorio. L’On. Gerry, infatti era il volto nuovo del PSI, l’uomo giusto per convincere milioni di italiani a votare il garofano rosso, scelto direttamente da Bettino Craxi. “Tante proposte inascoltate”, dirà Scotti qualche anno dopo la fallimentare esperienza romana, ricordata più per le tantissime assenze tra i banchi di Montecitorio. Eppure Gerry la fiducia di qualche migliaio di italiani l’aveva conquistata, grazie ad un’azzeccata campagna elettorale e grazie all’amicizia con l’immortale “gran re delle notti”. Sì, proprio lui, quel Gianni De Michelis, prima ministro e poi vice premier durante gli anni di Craxi al Governo, e autore del bestseller “Dove andiamo a ballare questa sera”, una guida alle 250 migliori discoteche del Paese ( l’introduzione è di Gerry Scotti).
“MATTEO PENSACI TU” – A ricordargli di essere stato 5 anni in Parlamento con il PSI, c’è quello scomodo vitalizio di 1400 Euro al mese ( e non 9mila come qualche settimana fa in tanti sostenevano ). “Soldi”, dichiara Gerry, “che voglio dare in beneficienza alle famiglie di chi è morto mentre svolgeva il proprio lavoro, ai bambini che non hanno più un papà”. Infine il conduttore chiede di incontrare Renzi, “bisogna fare in modo che chi vuole rinunciare all’indennità, lo possa fare senza troppi problemi”.