Il bicameralismo perfetto rappresenta “un virtuoso meccanismo tramite il quale il Parlamento è in grado di ponderare adeguatamente le scelte complesse e delicate che si trova ogni giorno ad affrontare”. Così il deputato del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera Luigi di Maio, in una lettera al Corriere, difende la parità tra le Camere. “Sono piene le cronache politiche di proposte di legge approvate da una Camera e per le quali la stessa maggioranza riconosce la necessità di un perfezionamento in seconda lettura. Sta succedendo in queste settimane con la legge elettorale”. “La vita parlamentare degli ultimi anni ci insegna poi come una maggioranza parlamentare compatta sia in grado di approvare in pochi giorni anche leggi importanti e contestate dall’opinione pubblica, come nel caso del cosiddetto ‘lodo Alfanò, approvato in soli 20 giorni”.
Per Di Maio già esistono strumenti per legiferare in tempi rapidi: “dai procedimenti decentranti” scrive “fino ad arrivare alla deliberazione d’urgenza sui progetti di legge e ai decreti legge per le situazioni di straordinaria necessità e urgenza”. “Il testo costituzionale necessita senz’altro di una manutenzione. Penso, innanzitutto, alla riduzione del numero dei parlamentari. Occorre, altresì, limitare il ricorso alla decretazione d’urgenza e inserire nuovi strumenti di partecipazione popolare, nonchè rivedere il nuovo riparto di competenze tra Stato e Regioni”. “Fondamentale – sottolinea Di Maio – è quindi non confondere i cosiddetti ‘costi della politicà con quelli della democrazia. Trovo semplicistico trattare la questione delle riforme con la calcolatrice anche perchè – in questo caso – i risparmi sarebbero davvero trascurabili” poichè “il Senato verrebbe trasformato e non soppresso e il numero dei deputati rimarrebbe invariato”.