Barbara Berlusconi è entrata a far parte del team Milan nel dicembre del 2013, quando il consiglio di amministrazione della squadra di papà Silvio l’ha nominata nuovo vicepresidente e amministratore delegato con delega alle funzioni sociali non sportive. Il suo ingresso nella dirigenza rossonera non è stato dei più sereni: lo scontro generazionale di idee e di modi d’intendere il calcio con Adriano Galliani si è rivelato subito acceso ed aspro.
Per giorni si è parlato dell’addio di Galliani, i tifosi rossoneri e gli appassionati si sono divisi tra sostenitori della nuova guardia (Barbara Berlusconi) e sostenitori della vecchia guardia (Adriano Galliani). L’intervento di Silvio Berlusconi ha posto fine alla diatriba: la soluzione è il Milan con due a.d., Barbara si occuperà delle funzioni sociali non sportive, Galliani di quelle sportive.
Oggi che gli animi sono più distesi (si fa per dire, perché i risultati sportivi del Milan dimostrano che c’è molto da fare), Barbara Berlusconi si concede alle domande del mensile 4-4-2. L’ex (?) ribelle di casa Berlusconi parla dei suoi primi ricordi d’infanzia legati alla squadra “Fin da piccolissima, mio padre mi portava molto spesso a San Siro” e dei suoi rapporti col Milan “Una questione sia di cuore sia di business”.
E i suoi rapporti con Galliani? Adesso sono buoni, all’insegna della collaborazione. Anzi, a posteriori dichiara che il loro confronto: “E’ stato certo duro ma da valutare positivamente. E’ stato un confronto utile e costruttivo, che ha riguardato tutti gli ambiti societari e che porterà cambiamenti significativi”. La prova dell’effettiva riappacificazione con Galliani l’abbiamo quando a Barbara viene chiesto come rilancerebbe sportivamente il Milan e lei risponde: “E’ materia di competenza di Galliani”. Anche se poi non rinuncia a dare qualche particolare sulla nuova strategia rossonera: “Puntiamo molto sui giovani, su una struttura di osservatori in grado di scovare nuovi talenti in tutto il mondo. Ma questo senza rinunciare ai grandi acquisti, ai grandi top player”.
Barbara conferma anche che si sta valutando l’ipotesi di un’alternativa allo stadio Meazza (il Milan avrà uno stadio di proprietà come la Juventus?) ma tiene a precisare che al momento non sono state prese decisioni di alcun tipo. Si dice assolutamente favorevole agli stadi di proprietà delle squadre perché: “Mi piacerebbe vedere le famiglie trascorrere l’intero pomeriggio dell’incontro di calcio all’interno di una struttura che possa offrire ai propri clienti anche Ristoranti, Bar, Palestre, sale per riunioni e convegni. Solo così gli incassi potranno aumentare”. Nei piani di Barbara Berlusconi anche l’apertura di un nuovo museo dedicato al Milan, un progetto fortemente voluto proprio da lei.
E quando poi le viene chiesto: “Per Lei il calcio è uno spettacolo come gli altri?”, la risposta è un compromesso di valori economici e sociali: “Il nostro business però è anche quello di fare spettacolo e intrattenimento. Ma il calcio è anche qualcosa di più. Come ho già avuto modo di affermare, nel calcio non esistono, tra le persone, differenze sociali, razziali, politiche o economiche. […] Il Calcio è la lingua del mondo perché non si è ancora scoperto sul pianeta terra qualcosa che abbia la stessa forza narrativa, qualcosa che generi lo stesso potere di identificazione tra le persone”.