L’orgoglio della Fornero: “La mia riforma aiuta i giovani”
“La vergogna non è nella riforma ma nel travisamento grossolano dei fatti, allorchè si presenta come a costo zero un’abolizione che metterebbe a rischio sia il risanamento finanziario italiano già ottenuto sia il futuro delle generazioni giovani. E’ nel presentare una meditata operazione di governo, ampiamente condivisa dai rappresentanti dei cittadini, come una mera crudeltà dell’allora ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali”. Così, in una lettera alla Stampa, l’ex ministro Elsa Fornero difende la riforma del 2011.
Chi vuole abolirla, scrive, “ha il dovere di spiegare agli italiani come finanzierebbe i risparmi di spesa da esse derivanti già contabilizzati nei conti pubblici”. “E ha il dovere di spiegare, in particolare ai giovani, perchè si deve cancellare una riforma che ha alleggerito il loro debito pensionistico, perchè si deve ripristinare una formula di calcolo delle pensioni che dà di più a chi ha retribuzioni più elevate e che fa pagare questo regalo improprio esattamente a quelle giovani generazioni che a parole si vogliono sempre proteggere”.
La Fornero ricorda le condizioni economiche in cui la riforma fu approvata e l’ampia maggioranza che approvò il decreto “Salva Italia”: 402 sì alla Camera e 257 al Senato. “Questi numeri mostrano la consapevolezza dello stato di necessita nel quale il governo si trovò a operare. Mostrano anche che la cosiddetta riforma Fornero”, sottolinea, “fu in realtà largamente condivisa da forza politiche di segno opposto”. “Certo, furono fatti errori”, ammette l’ex ministro, ma “furono principalmente dovuti all’emergenza nella quale il governo si trovò a operare e alle errate informazioni statistiche fornite al Ministero” sui lavoratori che si trovavano nello “speciale intervallo di tempo tra le fine del lavoro e l’inizio del pensionamento secondo le vecchie (peraltro insostenibili) regole”, i cosiddetti “esodati”.