Per Padoan “battere la disoccupazione è il problema centrale della politica economica in Europa”. A poche ore di distanza dalla pubblicazione degli allarmanti dati Istat, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan marca il territorio e pone il tema del lavoro al centro del dibattito europeo. “E’ una esigenza sentita da tutti i paesi, non solo dall’Italia: la crescita è una condizione necessaria ma non sufficiente per creare lavoro”; secondo l’ex vice segretario generale dell’Ocse, bisogna “coniugare le politiche di crescita con misure per migliorare il mercato del lavoro: queste cose vanno assieme”. Al netto delle comprensibili preoccupazioni, “nella zona Euro si sta avviando in quasi tutti i Paesi una ripresa che finalmente è alimentata non solo dal traino dell’export, ma anche dalla domanda interna e dagli investimenti”.
Nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo di Atene, il titolare del Mef indica la rotta del governo Renzi con l’obiettivo di rassicurare le alte sfere, Olli Rehn compreso: “Nell’apparato di sorveglianza a livello europeo” – ha spiegato Padoan – “ci sono margini che legano lo sforzo di riforme strutturali che un paese mette in campo e le condizioni eccezionali relative al livello del debito alla possibilità di modulare i tempi dell’aggiustamento strutturale, non la direzione”. In ogni caso, la regola dell’aggiustamento “continuerà ad essere rispettata”. Insomma, dal 3% non si scappa, non è intenzione del Governo venire meno ai propri doveri: avere i bilanci in ordine è condizione necessaria, certo, ma si può discutere sulla rimodulazione dei tempi di riduzione del debito e del raggiungimento del pareggio di bilancio.
Se non si sforeranno i vincoli, allora da dove verranno fuori le risorse per finanziare le riforme? “Tagli permanenti di tasse saranno finanziati da tagli permanenti di spesa” – ha sottolineato il ministro – “Lo scopo della spending review è duplice: serve a trovare risorse con tagli permanenti e a modificare meccanismi di spesa e priorità”. E in questa ottica il cuneo fiscale “è già un aggiustamento strutturale”. Circa poi l’eventualità di un condono per recuperare i soldi necessari, Padoan smentisce secco: “Il decreto non sarà un condono, non ne prevede la possibilità perché non stiamo parlando di aliquote ma ci saranno degli alleggerimenti delle norme sanzionatorie per chi rientra da quanto dovuto al fisco e rispetta i criteri dell’adesione volontaria”.
Oggi ad Atene prosegue la riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona con la partecipazione anche del governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi: solo 24 ore fa l’Eurogruppo – dopo aver constatato lo stato dell’attuazione del programma di risanamento dell’economia greca – ha stabilito le date per l’assegnazione della tranche da 8,3 miliardi di euro e ha dato il via libera al ritorno dopo quattro anni della Grecia sui mercati internazionali per reperire i primi prestiti.