Campania, arrestato Nicola Cosentino accusa “rapporto stabile coi Casalesi”
L’ex parlamentare Nicola Cosentino è stato arrestato dai carabinieri di Caserta stamani insieme ai fratelli Giovanni e Antonio nell’ambito di un’inchiesta sulla vendita di carburanti in provincia di Caserta. Le accuse sono di estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica.
Un sistema criminoso capace di “incidere profondamente” sul regolare andamento del mercato procurando una “illecita posizione di vantaggio” nella quale operavano le ditte riconducibili alla famiglia Cosentino. È quanto emerso dall’indagine avviata nel 2011 dalla Procura di Napoli e che questa mattina è culminata con gli arresti dei fratelli Cosentino e di altre 10 persone. Nucleo essenziale della vicenda, la pratica di autorizzazione ottenuta dall’imprenditore Luigi Gallo dal Comune di Villa di Briano, per l’apertura di un impianto di carburanti che, di fatto, paralizzava la possibilità per i fratelli Cosentino di ottenerne una analoga nel confinante comune di Casal di Principe a causa della mancanza della distanza minima di 5 km richiesta dalla normativa.
Per questo Antonio, Giovanni e Nicola Cosentino avrebbero istigato due dirigenti dell’Utc di Casal di Principe a rilasciare comunque e illecitamente all’Agip Petroli, società considerata partner dei Cosentino, un’autorizzazione edilizia con “palesi vizi di legittimità e in mancanza dei principali pareri previsti dalla legge”.
Le minacce nei confronti di Luigi Gallo, la cui collaborazione è considerata “di estrema importanza” dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli nella ricostruzione dei fatti, sono state reiterate nel tempo anche dopo l’entrata in vigore della legge che dal 2008 ha liberalizzato il settore della distribuzione di carburanti.
Elementi centrali erano l’influenza politica di Nicola Cosentino e il ruolo svolto dal clan dei Casalesi. Dall’inchiesta emerge che i vertici della cosca avevano imposto ai propri affiliati il divieto di operare estorsioni ai danni degli impianti facenti capo ai Cosentino, mentre il “pizzo” veniva praticato ai danni dei concorrenti.
Dalle indagini della Dda che hanno portato all’arresto di Nicola Cosentino è emerso che l’ex parlamentare, anche nel periodo in cui era ai domiciliari, avrebbe avuto contatti telefonici con esponenti politici di primo piano. Al centro della tesi degli inquirenti, “alcuni recenti tabulati telefonici che danno atto dei frequenti contatti di Cosentino, anche nel periodo in cui era agli arresti domiciliari, con importanti esponenti della politica e delle istituzioni locali e nazionali, comprovandosi in tal modo – sottolineano gli inquirenti – il persistente svolgimento, da parte dello stesso, di attività politica”.
Per l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, già esponente di punta del Pdl in Campania (è stato coordinatore regionale dello stesso partito), quello di stamane è il secondo arresto in poco di un anno.