Cronache di metà legislatura, Episodio 2: gli elettori

Nell’Episodio 1 abbiamo analizzato le variazioni di percentuali dei vari partiti ed i flussi di voto dal 2018 ad oggi per osservare gli elettori a metà legislatura. Spesso abbiamo delle stime di come vota la popolazione nel suo complesso, raramente però si può vedere, ad esempio, come votano le donne o i disoccupati. Per farlo oltre al già citato sondaggio del 3 gennaio 2021 abbiamo usato i dati delle analisi del voto IPSOS delle europee del 2019 e delle legislative del 2018.

Nell’osservare questi dati è bene tenere a mente le percentuali che i singoli partiti hanno riscosso nel totale, per vedere in quali categorie hanno sovraperformato ed in quali hanno sottoperformato. Nel farlo bisogna tenere bene a mente però che le percentuali a cui bisogna paragonare tali risultati sono quelle comprendenti gli astenuti e gli elettori dei partiti minori (ovvero le percentuali che compariranno in cima ai grafici).

Voto per sesso

Quanto appare evidente è che tendenzialmente non vi sono grandi squilibri tra i sessi: le donne tendono maggiormente ad astenersi e tale tendenza penalizza bene o male tutte le forze politiche in eguale misura. Gli unici partiti che sembrano avere una componente maschile particolarmente predominante sono oggi Azione ed Italia Viva.

Voto per età

Nel 2018 vi erano essenzialmente tre tendenze da rilevare: la forte sotto rappresentazione di M5S e Lega nella fascia 65+, la forte sovra rappresentazione del PD nella stessa fascia ed il calare dei voti a +Europa con il crescere dell’età

Alle europee il PD ha aumentato il proprio consenso nella fascia 35-49 ed in quella 50-64, le stesse dove è cresciuta molto anche la Lega. FdI invece se prima era più o meno alle stesse percentuali in tutte le fasce ha acquisito consensi tra le fasce più anziane (50-64 e 65+).

Ad oggi in linea generale il centrodestra sembra essere favorito nelle fasce centrali della popolazione dai 35 ai 64 anni, il Movimento 5 Stelle perde consensi con l’aumentare dell’età mentre il centrosinistra riscuote più consensi nelle fasce più giovani (18-34) e più anziane (65+) della popolazione: quelle che votano meno. In maniera piuttosto sorprendente data l’età dei leader Forza Italia è il partito con l’elettorato più giovane del centrodestra.

Voto per titolo di studio

Nel 2018 LeU, i partiti minori del centrosinistra e FdI performarono meglio nelle fasce più istruite della popolazione, Il PD bizzarramente ottenne buoni risultati tra i laureati e tra chi aveva la licenza elementare, Forza Italia andò meglio nelle fasce di istruzione media mentre la Lega in quelle di istruzione meno elevata. Contrariamente alla vulgata comune il M5S non subì particolari variazioni tra i diversi gradi di istruzione.

Rispetto al 2018 alle europee il PD subì particolarmente il tipico calo dell’affluenza delle fasce meno istruite, aumentando però i consensi tra i laureati.

A inizio 2021 per quanto riguarda il titolo di studio vale la pena notare l’aumento dei voti del centrosinistra con l’aumentare dell’istruzione, cosa che succede a tutti i partiti dell’area meno Italia Viva. Inoltre tra i laureati Fratelli d’Italia diventa il primo partito della coalizione di centrodestra, principalmente per via della forte sottorappresentazione della Lega in tale categoria. Prevedibilmente vi è una maggiore astensione delle fasce meno istruite.

Voto per condizione professionale

Nel 2018 il centrosinistra andò bene tra imprenditori, dirigenti, impiegati, studenti e pensionati (abbastanza in linea con le tendenze riguardo il titolo di studio e l’età), mentre andò molto male tra casalinghe, operai e disoccupati: tre categorie socialmente ai margini. Il Movimento 5 Stelle fu anche qui trasversale, dimostrando come in quelle elezioni fu il vero partito della nazione. Infine il centrodestra performò particolarmente bene tra commercianti, disoccupati ed operai.

Alle europee il M5S perse consensi principalmente tra studenti, casalinghe e pensionati. Il centrosinistra recuperò molto terreno tra le tre categorie che lo penalizzarono nel 2018, mentre infine il centrodestra ebbe una crescita abbastanza trasversale ma meno dirompente tra studenti, disoccupati e casalinghe.

Ad oggi il centrosinistra performa in maniera simile al 2018 con alcune differenze: è divenuto il principale partito tra le casalinghe ed è migliorato tra gli operai, perdendo però in cambio il sostegno di molti pensionati. Il Movimento 5 stelle risulta abbastanza stabile ovunque soffrendo però un basso sostegno tra le casalinghe mentre il centrodestra poco sorprendentemente ha la propria roccaforte tra gli imprenditori ed i commercianti.

Voto per area geografica

Dal punto di vista geografico le uniche tendenze da sottolineare sono il crescere del Movimento 5 Stelle ed il calare della Lega man mano che si procede verso sud: due tendenze poco sorprendenti che riflettono la storia e le basi sociali dei due partiti in questione. Vale la pena notare infine come al sud, a causa del calo di consensi della Lega, FdI si avvicini molto al sorpasso sull’alleato.

 

Composizione degli elettorati dei partiti oggi

Lega

L’elettorato della Lega è composto al 51% da uomini ed al 49% da donne.

Il 17% rientra nella fascia di età 18-34, il 27% in quella 35-49, il 33% in quella 50-64 ed il 23% in quella 65+.

Il 9% degli elettori del carroccio è laureato, il 39% è diplomato mentre il 52% ha la licenza media o elementare.

Partito Democratico

L’elettorato del PD è composto al 51% da uomini ed al 49% da donne.

Il 17% rientra nella fascia di età 18-34, il 21% in quella 35-49, il 27% in quella 50-64 ed il 35% in quella 65+.

Il 22% degli elettori democratici è laureato, il 42% è diplomato mentre il 36% ha la licenza media o elementare.

Movimento 5 Stelle

L’elettorato pentastellato oggi è composto al 53% da uomini ed al 47% da donne.

Il 26% rientra nella fascia di età 18-34, il 30% in quella 35-49, il 28% in quella 50-64 ed il 16% in quella 65+.

Il 14% degli elettori M5S è laureato, il 41% è diplomato mentre il 45% ha la licenza media o elementare.

Forza Italia

L’elettorato forzista oggi è composto al 51% da uomini ed al 49% da donne.

Il 22% rientra nella fascia di età 18-34, il 29% in quella 35-49, il 26% in quella 50-64 ed il 23% in quella 65+.

Il 17% degli elettori di FI è laureato, il 36% è diplomato mentre il 47% ha la licenza media o elementare.

Fratelli d’Italia

L’elettorato di tale partito oggi è composto al 51% da uomini ed al 49% da donne.

L’11% rientra nella fascia di età 18-34, il 27% in quella 35-49, il 35% in quella 50-64 ed il 27% in quella 65+.

Il 14% degli elettori di FI è laureato, il 39% è diplomato mentre il 47% ha la licenza media o elementare.

Liberi e Uguali

L’elettorato di tale area oggi è composto al 50% da uomini ed al 50% da donne.

Il 38% rientra nella fascia di età 18-34, il 23% in quella 35-49, il 21% in quella 50-64 ed il 18% in quella 65+.

Il 31% degli elettori di LeU è laureato, il 35% è diplomato mentre il 34% ha la licenza media o elementare.

Italia Viva

L’elettorato renziano oggi è composto al 54% da uomini ed al 46% da donne.

Il 20% rientra nella fascia di età 18-34, il 26% in quella 35-49, il 29% in quella 50-64 ed il 25% in quella 65+.

Il 19% degli elettori di IV è laureato, il 38% è diplomato mentre il 43% ha la licenza media o elementare.

Azione

L’elettorato di Azione oggi è composto al 61% da uomini ed al 39% da donne.

Il 36% rientra nella fascia di età 18-34, il 17% in quella 35-49, il 21% in quella 50-64 ed il 26% in quella 65+.

Il 38% degli elettori di Azione è laureato, il 33% è diplomato mentre il 29% ha la licenza media o elementare.

 

Conclusioni

Risulta interessante notare come:

  1. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, i tre partiti di ispirazione liberale (Forza Italia, Azione e Italia Viva) abbiano delle basi sociali piuttosto diverse tra loro.
  2. Per quanto riguarda le fasce di età e le condizioni professionali, il centrosinistra performa meglio nelle categorie che votano meno.
  3. Fratelli d’Italia ha un elettorato molto trasversale sotto tutti i punti di vista, soffrendo solo nel voto tra i giovani: ogni volta che si avvicina all’essere (o riesce a diventare) il primo partito della coalizione in una categoria è infatti a causa del calo della lega più che di un picco di consensi.