Nuovo intervento di Gustavo Zagrebelsky sulla riforma del Senato: “l’insieme, sottolineo l’insieme, mi pare configuri, come si usa dire, una fuoriuscita” dalla Costituzione. Zagrebelsky attacca: “c’è un disegno costituzionale che cova da lungo tempo e che oggi, a differenza di allora viene alla luce del sole. Gli oppositori d’un tempo sono diventati sostenitori”.
Il costituzionalista, che giudica non chiari i compiti del nuovo Senato, sottolinea: “piuttosto che farne un pasticcio, sarebbe meglio abolirlo del tutto”. E alla domanda di quanto ci sia di Berlusconi nel disegno del premier Renzi risponde: “essendo d’accordo, tutto è di tutti e due. Le schermaglie non sono divergenze sui contenuti, ma timori reciproci di mancamenti ai patti o calcoli d’utilità politica contingente”.
Zagrebelsky sottolinea di non essere ‘imbarazzato’ dall’adesione del M5S al manifesto di Libertà e Giustizia: “ha aderito all’appello per la difesa della democrazia costituzionale: è un brutto segno? Semmai il contrario”. “Per mettere mano a una riforma – continua il professore – bisognerebbe chiarirsene prima il senso”. “I Senati devono corrispondere a un’esigenza di precauzione” e “dato che la democrazia rappresentativa pensa ai tempi brevi, i Senati dovrebbero servire ai tempi lunghi: dovrebbero essere ‘conservatori di futuro'”.
“Mi piacerebbe – continua il costituzionalista – che si discutesse d’un Senato autorevole, elettivo, per il quale valgano rigorose norme d’incompatibilità e d’ineleggibilità, diverso dalla Camera dei deputati, sottratto però all’opportunismo indotto dalla ricerca della rielezione”.
Zagrebelsky invita ad “andare oltre il bicameralismo perfetto, non per umiliare, ma per valorizzare: eliminare il voto di fiducia, ma prevedere un ruolo importante sugli argomenti ‘etici’, di politica estera e militare, di politica finanziaria che gravano sul futuro. Altro potrebbe essere il controllo preventivo sulle nomine nei grandi enti dello Stato”.