Da dopodomani sarò in Burundi. Sarà il mio modo di celebrare il ventesimo aniversario del genocidio in Ruanda. Il Burundi è un paese gemello del Ruanda, con la stessa composizione etnica, cioè una maggioranza hutu, circa l’85 per cento, e una minoranza tutsi, circa il 14 per cento. Anche dal punto di vista territoriale i due paesi sono simili: confinanti e collocati entrambi in quella cruciale regione del Grandi Laghi, autentico forziere di materie prime minerarie e di una risorsa strategica come l’acqua.
Sia Ruanda che Burundi sono paesi piccoli, invisibili in una carta complessiva dell’Africa: il Ruanda con oltre 26 mila chilometri quadrati di territorio, il Burundi con poco più, quasi 28 mila chilometri quadrati.
Il Burundi, come il Ruanda, ha una dinamica politica che ruota sul rapporto hutu e tutsi, con molte differenze, certamente, ma quella dinamica ha un peso politico forte come nel paese vicino.
In Burundi non c’è stato il genocidio, ma una lunga e devastante guerra civile. Oggi c’è una situazione politica molto tesa con un partito al governo guidato da un ex oppositore hutu e un partito di opposizione tutsi che si chiama UPRONA.
La storia non si ripete. Non credo proprio ci sia da aspettarsi qualcosa di simile a ciò che è accaduto in Ruanda anche in Burundi. Ma trovo, proprio per le analogie che avvicinano questi due paesi, che sarà interessante vedere come il Burundi celebrerà il genocidio di venti anni fa.
Come in ogni viaggio pubblicherò su questo blog i miei movimenti e le mie riflessioni e, naturalmente, ciò che vedrò e che capirò. Il Burundi sarà un buon osservatorio per raccontare come si muove tutta quella cruciale regione che influenza buona parte dell’Africa.
Raffaele Masto