“Noi unici rimasti a dire e fare cose di centrodestra”. Giorgia Meloni ribadisce al quotidiano “Il Tempo” quanto già detto nelle ultime settimane a proposito del ruolo svolto da Fratelli d’Italia nell’agone politico italiano.
“La coalizione è tutta da definire: Alfano governa con la sinistra, Forza Italia assume posizioni incomprensibili, le alleanze non sono affatto scontate” aggiunge la neo presidentessa di Fratelli d’Italia. Sulle Europee non ha dubbi: “l’unico voto utile è quello per FDI”, perchè “votare FI o NCD significa dare ancora più potere alla Merkel e al PPE, votare PD invece favorisce il PSE e Schulz”. Netto il giudizio anche sulla riforma del Senato (“va bene solo se accompagnata dal presidenzialismo”) e sull’Italicum (“legge truffa che ruba voti ai partiti non allineati”).
Maggiore invece l’affinità con formazioni d’oltralpe come il Front National di Marine Le Pen. All’indomani dell’incontro con il leader della destra francese, il giudizio della Meloni è estremamente positivo. “Le Pen introduce un nuovo bipolarismo alto-basso, non più destra-sinistra”, con l’obiettivo di difendere “i diritti di molti calpestati da pochi”. Il riferimento è ovviamente agli euroburocrati ed alla moneta unica: “una gabbia contro la quale auspichiamo una collaborazione con il Front National”.
Dello stesso parere è anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che, intervistato da “Il Mattino” ammette senza mezzi termini: “con Marine Le Pen vogliamo fare del Parlamento europeo una grande tribuna contro l’euro e la tecnocrazia di Bruxelles”. Per Alemanno “il risultato in Francia conferma come in Europa sia tornato a soffiare vento di destra, che giungerà anche in Italia”. “In Europa si vince spostandosi a destra e puntando ad un radicale cambiamento delle istituzioni europee”, per cui “non Parlamento Europeo non potrà non esserci uno schieramento di tutti gli euroscettici”.
Tuttavia l’ex sindaco della Capitale condivide le perplessità della Meloni sull’attuale centrodestra italiano. “La nostra priorità assoluta è il valore della nazione e la solidarietà sociale, per gli altri la cosa più importante è stare nel Ppe che ormai obbedisce soltanto alla Germania della Merkel”. Con ciò, Alemanno sminuisce anche il valore del progetto di riforme: “senza sovranità monetaria sarà tutto inutile, con il macigno del fiscal compact che impedirà di abbassare le tasse e di uscire dalla spirale recessiva”. Alle accuse di populismo, Alemanno replica: “populismo per noi non è sinonimo di demagogia, ma volontà d’essere vicino al popolo e contro i gruppi finanziari che affamano la gente”.
Emanuele Vena