Dopo il gelido no del Colle a cui Berlusconi aveva chiesto un salvacondotto in cambio dell’appoggio incondizionato sulle riforme costituzionali, la vigilia del 10 Aprile, data in cui il Tribunale di Sorveglianza di Milano si pronuncerà sull’affidamento ai servizi sociali o sui domiciliari, si fa sempre più angosciante per l’ex Premier.
Comunque vada, l’ex Cavaliere di Arcore perderà l’agibilità politica. Improbabile che i giudici decidano per i domiciliari, dal momento che tale misura viene applicata solo ai delinquenti abituali o a coloro che vengono considerati “socialmente pericolosi”. Un duro colpo, comunque, a ridosso delle elezioni europee del 25 Maggio, con un partito alla deriva e il nome di Berlusconi nel simbolo.
Se i giudici dovessero pronunciarsi a favore dell’affidamento ai servizi sociali (misura che potrebbe essere chiesta dai legali dell’ex Cavaliere proprio nel corso dell’udienza) Berlusconi potrebbe dover seriamente rinunciare a fare campagna elettorale per Forza Italia. Tredici, infatti, sono le prescrizioni a cui deve sottostare chi ottiene di beneficiare delle misure alternative alla detenzione.
Dopo la revoca del passaporto da parte della questura di Milano nell’agosto 2013 e il divieto di espatrio dei giudici che lo scorso Marzo non ha consentito a Berlusconi di partecipare al congresso del Ppe a Bruxelles, qualora la corte si pronunciasse a favore dei servizi sociali, il leader di Forza Italia non potrà più andare all’estero. Potrà viaggiare solo di giorno, non al di fuori della Lombardia e sarà costretto a stare casa di notte, con coprifuoco alle 23.00. Vietato ogni rapporto con pregiudicati e tossicodipendenti.
Potrà lavorare ma dovrà “predisporre tutti gli accorgimenti necessari per agevolare i controlli delle forze dell’ordine” e una volta “affidato” l’ex premier dovrà tenersi in contatto con l’Uepe di Milano, l’Ufficio esecuzione penale esterna che lo seguirà “nell’opera di adattamento alla vita sociale”, si legge nelle prescrizioni che il condannato dovrà sottoscrivere e “portare sempre con sé”. Ogni volta che vorrà violare le prescrizioni imposte Berlusconi dovrà chiedere l’autorizzazione, pena la sospensione o la revoca dell’affidamento.
La sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Milano giunge dopo un iter processuale durato 13 anni. Lo scorso 18 Marzo la Corte di Cassazione ha confermato definitivamente la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni nei confronti dell’ex premier, condannato a 4 anni per frode fiscale (tre dei quali coperti da indulto) nel processo Mediaset sui diritti tv. La corte suprema ha confermato la pena comminata lo scorso ottobre dalla corte di appello di Milano dopo il ricalcolo ordinato nell’agosto scorso dalla stessa corte suprema, che ha ridotto da 5 a 2 anni l’interdizione dai pubblici uffici, condannando Berlusconi al pagamento delle spese processuali.