Riforme. E’ questa la parola d’ordine del Governo Renzi. Matteo ci ha messo la faccia ed adesso non può fallire. Ne aveva promessa una al mese. Proprio oggi è salito al Colle per spiegare la road map governativa dei prossimi mesi ad un attentissimo Giorgio Napolitano.
Nel frattempo, a difesa delle riforme, la Ministra Boschi (titolare del dicastero competente) ha affermato come l’Italia sia stata per troppo tempo bloccata da veti incrociati di lobby, caste e “professori”. Affonda quindi su Rodotà, reo, assieme a Zagrebelsky, di aver firmato un appello contro le riforme targate Matteo Renzi: “sono una svolta autoritaria “, avevano denunziato i due. Anche Grillo e Casaleggio hanno sottoscritto, domenica scorsa, questo documento. La Boschi, invece, prova il timore “che in questi trent’anni le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese”. Sempre ai microfoni di Agorà, su Rai3, la Ministra in quota Pd, sostiene come: “certo ci possono essere posizioni diverse che sono legittime: in particolare trovo legittimo che Rodotà abbia profondamente cambiato idea, perché ricordo che nell’85 fu il secondo firmatario di una proposta di legge che voleva abolire il Senato”. Conclude: “ma dico che ci sono altrettanti costituzionalisti validi che invece sostengono il nostro progetto”.
Da Forza Italia, partito col quale il Pd si era accordato qualche tempo fa per la modifica della legge elettorale e per le riforme, arrivano, però, cattive notizie. E’ Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera dei Deputati, ad affermare come il partito di Berlusconi non si fidi “più di Renzi, perché non sta mantenendo gli impegni”. E continua affondando: “è un imbroglio, come l’imbroglio delle province di ieri. Non si cancellano le province, le province rimangono, i costi rimangono, si aumenta di 20 mila il numero dei consiglieri comunali e degli assessori, a fronte di un’eliminazione di 3 mila consiglieri provinciali, presidenti di provincia eccetera. E’ un vero imbroglio”.
Insomma, la situazione sembra difficile, delicatissima: in effetti alla Camera dei Deputati la maggioranza è salda. E’ a Palazzo Madama che, però, i numeri sono fragilissimi e col ‘No’ forzista, l’ “assolutamente no” del Movimento 5 Stelle sulle riforme, ecco che Renzi dovrà cercare l’accordo intra-maggioranza nel più breve tempo possibile.
Daniele Errera