Morando propone il salario minimo: “carcere ai datori di lavoro che non lo rispettano”
Il vice Ministro dell’Economia e Finanze, il democratico Enrico Morando, intervenendo ad un workshop presso Cernobbio, ha legato l’efficacia delle riforme che Renzi ha messo e metterà in atto con il tempo di durata del Governo: qualora l’esecutivo a guida dell’ex sindaco di Firenze arrivasse al 2018, le riforme produrranno effetti positivi.
Sulla riforma dello Stato, a cui si aggiunge la modifica del Titolo V della Costituzione, Morando sostiene come si arriverà approvazione solo a fine 2014 o, addirittura, ad inizio 2015. Poi avverte che “chiunque, magari in nome di una perfezione che non è di questo mondo, faccia fallire l’accordo e facesse votare con la legge attuale, non solo minerebbe il sistema politico ma anche la stabilità economica”.
Morando, poi, parla delle prospettive dell’economia italiana. Dopo l’annuncio, di un mese fa circa, del taglio di 10 miliardi dell’Irpef, il vice ministro ricorda che quella somma non basta: “ne servono 32-33”, che andrebbero recuperati “soprattutto con tagli alla spesa: servono tre anni se le decisioni vengono prese adesso”. Poi parla della legge sul salario minimo garantito: “si potrebbe fare alla svelta questa legge”, legando alla retribuzione minima “il carcere per i datori di lavoro che non la rispettano”. Infine aggiunge come “potrebbe anche essere introdotta una norma per cui il contratto nazionale agisce solo per default, solo dove non si sia in grado di fare un accordo di secondo livello che possa derogare dal contratto nazionale”, in modo da “aiutare la produttività”.
Daniele Errera