Certificato anti-pedofilia: obbligo solo per i nuovi assunti
Diverse interpretazioni della norma e mancanza di chiarezza da parte del ministero della Giustizia hanno determinato il caos sviluppatosi intorno al certificato anti-pedofilia, obbligatorio da lunedì, per chiunque intrattenga un rapporto “diretto e regolare” con minorenni nello svolgimento della propria attività lavorativa o di volontariato.
Il provvedimento, che attua la “Direttiva europea relativa all’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile”, mira a far emergere, attraverso la richiesta da parte del datore di lavoro del casellario giudiziale del lavoratore, condanne per una serie di reati che riguardano i minorenni: prostituzione minorile, pornografia minorile, pornografia virtuale, turismo sessuale e adescamento dei minorenni.
Tra i soggetti interessati dal provvedimento in questione: catechisti, volontari delle onlus e allenatori di società sportive; ma anche professori e bidelli che esplicano le proprie funzioni nella scuole italiane.
Secondo la norma, il dirigente scolastico (o i responsabili delle associazioni) che, entro 3 giorni dall’entrata in vigore del decreto, non avesse provveduto alla richiesta del casellario giudiziale dei suoi dipendenti rischia una sanzione amministrativa tra i 10mila e i 15mila.
L’imminente entrata in vigore del decreto legge numero 39 ha, dunque, provocato l’allarme nelle scuole e negli uffici delle organizzazioni del terzo settore impaurite dallo spauracchio di pesanti sanzioni: adesso, dal ministero della Giustizia, fanno chiarezza.
Innanzitutto, è stato precisato che, i tantissimi volontari che lavorano a titolo gratuito presso parrocchie, onlus e associazioni sportive, non rientrano tra i soggetti ai quali il provvedimento si applica; che sono, invece, quelli che intrattengono un rapporto definito da un contratto di lavoro.
Quindi niente richiesta di casellario giudiziale per i volontari a titolo gratuito, inoltre, sempre dal ministero, precisano che la norma riguarda unicamente i nuovi assunti: quindi il pericolo di intasare gli uffici sembra scongiurato, soprattutto, nelle scuole.
Quanto ai tempi e alle modalità di presentazione dei certificati del casellario giudiziale, il ministero ha precisato che “saranno rilasciati entro qualche giorno dalla richiesta”, che a fare la richiesta possono essere i lavoratori interessati, i loro datori di lavoro su delega del dipendente e che i moduli per la domanda sono disponibili sul sito del ministero. In attesa del documento, i datori di lavoro potranno accettare un’autocertificazione sostitutiva in cui il lavoratore dichiara di non essere stato condannato per i reati contro i minori.
Guglielmo Sano