Cottarelli: “Da maggio via alla seconda fase della spending review”
Le forbici del commissario alla revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli non sono state ancora riposte nei cassetti del ministero dell’Economia. L’ha confermato lui stesso al Corriere della Sera, in un’intervista rilasciata a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio. Invitato speciale del tradizionale meeting economico, Cottarelli ha fissato i tempi della fase due del piano di spending review, quella attuativa, il cui report è già stato consegnato al governo l’11 marzo scorso: “L’obiettivo di ridurre la spesa pubblica di 32 miliardi in un triennio era già stato fissato, ma il nuovo esecutivo gli ha dato più forza”, ha poi aggiunto l’ex funzionario del Fmi, apprezzando così la caparbietà del premier Renzi.
Il Cottarelli bis setaccerà nuovamente le spese dei bilanci dello Stato e attaccherà gli sprechi sfuggiti durante la prima fase di lavoro. Questo studio serrato e certosino durerà da maggio fino a settembre: “Abbiamo 103 Ragionerie locali nel territorio nazionale, un centinaio di direzioni del ministero del Lavoro e 32.000 centri d’appalto, quando ne basterebbero soltanto 30-40”, ha fatto presente il commissario cremonese, che poi ha aggiunto: “Lo Stato salda le sue fatture (se lo fa) attraverso 11.000 centri di elaborazione, quando sarebbe sufficiente attivarne solo un centinaio”. C’è chi, tra gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica, fa notare come il Cottarelli II vada contro lo spirito dell’articolo 5 della Costituzione sul decentramento amministrativo.
Intanto, stamattina, il Sole 24 Ore ha pubblicato le cifre al vaglio dei tecnici del Mef: taglio della spesa sanitaria compresa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro (ma è subito arrivata la secca smentita di Palazzo Chigi); riduzione di 700 milioni all’anno nel pubblico impiego, attraverso il taglio progressivo degli stipendi oltre i 70 mila euro; risparmi compresi tra i 300 e i 500 milioni nel comparto Difesa; stretta di 800 milioni sugli acquisti di beni e servizi della Pa; decremento di 200-400 milioni per gli organi costituzionali (Parlamento, Quirinale e Consulta su tutti); infine, 1 miliardo di euro provenienti dalla razionalizzazione degli aiuti alle imprese.
Ma il commissario Cottarelli ha anche parlato di una fase tre “più impegnativa”, prevista a dicembre, in cui si valuterà l’opportunità d’introdurre il principio di performance budgeting, che permetterebbe al legislatore di misurare l’efficienza dei dirigenti pubblici “sulla base delle risorse assegnate e degli obiettivi prestabiliti”.