L’INPS e l’ISTAT hanno pubblicato pochi giorni fa gli ultimi dati sulle pensioni, l’ammontare, il numero, i beneficiari, l’incidenza sul PIL. Moltissimi degli ultimi dibattiti economici vertono su riforme pensionistiche, pensioni d’oro, innalzamento dell’età di pensionamento. Non è un caso.
Del resto nel 2012 o Stato ha speso il 17,28% del PIL in pensioni, un record europeo, lo 0,45% in più rispetto al 2011. In base alle recenti riforme pensionistiche si attende che i prossimi anni lentamente inizi la discesa, ma i valori rimangono altissimi.
Si consideri anche che come si vede dal seguente grafico la pensione media è salita da poco meno di 16 mila€ a circa 16,3 mila € di più del 2%, almeno nominalmente, in un periodo in cui il reddito nazionale è andato in recessione.
In realtà questa media è il risultato di un ammontare molto vario di assegni pensionistici mensili, come vediamo dalla seguente infografica:
La maggioranza relativa dei pensionati percepice, anche unendo le eventuali seconde pensioni (reversibilità, guerra invalidità ecc), meno di 1000€ al mese, il 42,6%, pochi di meno il 38,7%, guadagnano un più dignitoso assegno tra 1000 e 2000 € e ben il 18,7% è benestante con più di 2000€, il 4,2% sopra i 3 mila € e un 1,3% di fortunati sopra i 5 mila€ . Come si vede un intervento sulle pensioni non contributive sopra i 2 mila € avrebbe una base abbastanza larga per sortire un buon risultato in termini di risorse, ma si dovrebbe verificare prima quanto la classe politica è disposta a resistere alle fortissime pressioni per non toccare nulla, per fingere che in fondo anche i 2 mila al mese siano “classe media”.
Il seguente grafico ci illustra le distorsioni del sistema pensionistico attuale:
Come si vede fatta 100 la media italiana, le pensioni più alte sono nel Centro Italia, nonosante non sia certo l’area più ricca. L’influenza della classe ministeriale romana e dei suoi ex dirigenti ora con lautissime pensioni si fa sentire fino a far risultare più ricchi pensionati di regioni con un reddito in realtà normalmente in media.
Un’altra interessante inforgrafica è sulle età dei percettori di pensioni. Come vediamo il numero degli under 65 anni nel 2012 è ancora rilevantissimo:
Il 27% con un altro 23% per gli ultra 80 enni e il 50% per la coorte 65-79 anni.
Certamente il dato degli under 65 in un Paese che veleggia verso record di longevità deve essere inferiore, a quote fisiologiche di prepensionamenti eccezionali comunque con il metodo contributivo o reali pensioni di invalidità.
Di pensioni e della continua revisione del sistema pensionistico, insomma, pare sentiremo ancora parlare a lungo.